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Il Partito Democratico per l’Italia

Il Partito Democratico è una grande opportunità per l’Italia.
Questo partito deve essere aperto, plurale e con capacità di governo. Dico aperto intendendo un soggetto nuovo, rispetto agli attuali partiti dell’arco costituzionale. Una forza politica popolare, fondata su un’intensa vita democratica, partecipata, radicata e diffusa nel territorio; in grado di rispondere alla pluralità delle domande di coinvolgimento che provengono dalla società. Quindi non solo l’esigenza di “contare”, ma soprattutto l’esigenza del “fare” e del “sapere”. Il Partito Democratico, per essere questo soggetto veramente nuovo, deve promuovere percorsi articolati e ricchi di impegno politico, civile e sociale, traendo nuovo impulso dalle organizzazioni di base (come le sezioni e i circoli), le associazioni tematiche e le molteplici esperienze associative; dovrà essere aperto alla partecipazione delle donne e dei giovani, garantirne la presenza e il contributo negli organi dirigenti, con una disciplina della democrazia interna che dia attuazione all’articolo 49 della Costituzione.
Ritengo che questo soggetto non debba limitarsi solo alla fusione dei due partiti della Margherita e dei DS, ma il progetto deve essere allargato anche a tutti quei partiti che nello stesso si riconoscono e che nel loro DNA risulti forte la volontà Riformista e Democratica. Per riformismo intendo la volontà di voler cambiare veramente la politica in Italia, tramite alcune modifiche strutturali quali: le liberalizzazioni (che non necessariamente si traducono in privatizzazioni); una nuova scuola, più vicina alle esigenze del mondo del lavoro e un nuovo sistema del Welfare, più vicino alle esigenze del cittadino. Il Partito Democratico dovrà, quindi, essere un partito di progetto e di programma, un soggetto politico che riconosca il pluralismo culturale e la possibilità di una molteplicità di centri di ricerca, dove le varie esperienze politiche non devono scomparire, ma integrarsi per essere l’humus che genera partecipazione e progetto. Infatti, un partito che ambisce ad essere una casa più grande, ha bisogno di un pluralismo più ricco dentro una intelaiatura unitaria. La selezione della classe dirigente dovrà avvenire in modo meritocratico, legandola al vero consenso; quindi, le candidature agli organismi elettivi di primo livello: quali i sindaci, i presidenti delle province e delle regioni e soprattutto per i parlamentari, dovranno avvenire tramite elezioni primarie. Per fare ciò serve una nuova legge elettorale, anche tramite via referendaria, che modifichi l’attuale e che dia una vera stabilità e governabilità al Paese, rafforzandone la vocazione bipolare, così da divenire strumento di semplificazione politica.
Per arrivare a ciò necessita che si sviluppi il dibattito, che deve divenire sempre più approfondito, perché il progetto venga conosciuto dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Necessitano, quindi, momenti di confronto e di incontro, nei quali si riconoscano e si valorizzino le ragioni che uniscono rispetto a quelle che dividono, chiamando a collaborare a questa riflessione sia le istituzioni, che le fondazioni culturali di riferimento e che si collocano nell’area dell’Ulivo (ma non solo), promuovendo attività formative comuni, che assicurino la crescita di una cultura politica all’altezza delle nuove sfide. Il percorso è chiaramente difficile e per questo, affascinante.

Paolo Bonafe’
Iscritto alla Associazione per il Partito Democratico
PRESIDENTE DI LABORATORIO VENEZIA
www.paolobonafe.it – www.laboratoriovenezia.it

Perchè abbiamo costituito LABORATORIO VENEZIA?

Perché ritengo che, oggi più che mai, sia presente la necessità di costruire spazi di incontro e confronto in cui soggetti diversi possano elaborare pensieri ed azioni, per condividere un progetto strategico per la città e per il Paese in cui viviamo.
Attualmente assistiamo ad una crisi nel rapporto cittadini/istituzioni che vede approfondita la frattura fra società civile e partiti storici.
Si avverte forte la necessità che la politica ritrovi tensione ideale ed etica, assumendo la funzione di raccolta dei bisogni e delle istanze dei cittadini, facendosene interprete nel governo responsabile della cosa pubblica, che ponga al centro il bene della comunità e non la tutela degli interessi di pochi. La politica non può essere delegata in toto agli eletti ed ai partiti, ma ogni cittadino deve ritenere la partecipazione alla vita pubblica come una dimensione che gli è propria e lo riguarda da vicino. Il ravvicinamento dei cittadini alla politica necessita di luoghi di confronto e scambio anche fuori dai contesti strettamente istituzionali; si tratta di avviare un processo di dialogo, che parta da problemi reali e proposte costruttive, significa rimettersi reciprocamente in gioco in una funzione di ascolto di esigenze diverse, che a volte possono anche essere fra loro poco omogenee e/o incompatibili, ma questo impone l’imparare ad ascoltare le ragioni e i bisogni dell’altro, nella consapevolezza che all’azione politico-amministrativa spetta una funzione di negoziazione fra istanze diverse, una funzione di regia complessiva rispetto alle strategie di intervento.
LABORATORIO VENEZIA ha l’ambizione di essere uno di questi luoghi che rendono possibile l’avvio di un dialogo fra cittadini ed amministratori, uno spazio di partecipazione dove mettere in campo energie propositive, competenze professionali, saperi diversi.
Il tema scelto per inaugurare l’attività di questo laboratorio, spazio di incontro di idee e di persone, ha posto l’attenzione su nuovi progetti che interessano il sistema dei trasporti. Questo, infatti, rappresenta sicuramente un tema cruciale per la nostra città, che si caratterizza per una così complessa ed originale struttura geo – morfologica, ma anche per un tessuto urbano investito dalle esigenze di mobilità di cittadini, di categorie produttive e di milioni di turisti, attratti dalla nostra splendida città.
L’impegno, pertanto, è quello di dare continuità a questa esperienza, aprendo il dibattito cittadino su una pluralità di temi e progettualità, affinché molti possano sentirsi ingaggiati da una proposta, che vuole raccogliere la sfida, di garantire uno spazio, a quanti ritengono di misurarsi in una dimensione partecipativa di dialogo proficuo e confronto fattivo.

Paolo Bonafè
Presidente LABORATORIO VENEZIA
www.paolobonafe.it – www.laboratoriovenezia.it

La politica italiana tra l’oggi e il domani

In una scena politica sempre più dominata da risse televisive e diverbi tra opposti rappresentanti politici, diviene necessario recuperare modelli e stili di comunicazione e relazione incentrati sul dialogo e sulla moderazione, facendosi interpreti di un bisogno sempre più avvertito da larghi strati di persone. Gli atteggiamenti estremi portano ad una disaffezione del cittadino verso le istituzioni ed un crescente assenteismo dalle urne. Il gran vociare e l’insulto facile sono gli strumenti con cui celare il vuoto di pensiero e l’assenza di un progetto politico, volto a risolvere i gravi problemi in cui versa il Paese. Ascoltando invece i cittadini si percepisce la loro netta insofferenza per la politica urlata, che vorrebbe condizionare e manipolare le loro coscienze e gli ultimi fatti di cronaca ancor di più gli allontanano. Essi rivendicano autonomia e capacità di valutazione critica, che si esprimono anche attraverso il voto democratico: questo è oramai slegato da logiche di schieramento e tende a premiare le persone e i programmi proposti, piuttosto che gli schieramenti per la loro connotazione ideologica. Questo nuovo approccio alla politica va attentamente analizzato perché mette in luce, la crisi di un modello e approfondisce la frattura fra la cosiddetta Società Civile e i partiti storici, in cui i cittadini rischiano di non riconoscersi più. Fortunatamente assistiamo alla nascita di movimenti, associazioni e comitati, quali nuovi soggetti politici che, attraverso la mobilitazione di gruppi di cittadini, assumono in proprio problemi specifici, facendosi promotori delle possibili soluzioni. Stiamo pagando lo scotto di una politica in cui echeggiano vuoti slogan piuttosto che il richiamo ai valori; che sembra aver smarrito la propria tradizione, traente linfa dall’impegno e dall’etica dei padri della nostra Costituzione democratica e repubblicana, il cui sforzo e senso di responsabilità ha permesso di sanare le lacerazioni della guerra; di dotarci di strumenti fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese. Il sistema elettorale prima maggioritario e poi proporzionale doveva garantire stabilità politica al Paese; questo non è avvenuto ne prima ne ora, ed anzi ha provocato l’appiattimento forzato delle posizioni dei diversi partiti, costretti ad entrare nell’una e nell’altra coalizione, perdendo così la propria identità e annacquando i propri valori ideali. Nello scenario di un Paese che sta attraversando un grave momento di crisi economica e sociale, la Politica deve ritrovare il senso forte del suo agire, trovando il proprio fondamento nei valori fondanti di una democrazia matura.

Paolo Bonafè
LABORATORIO VENEZIA