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Commercio a Mestre, come poter evitare la desertificazione dei negozi

2023-06-09 Comunicato stampa su commercio a Mestre

AZIONE VENEZIA condivide le forti preoccupazioni degli operatori commerciali rispetto alla situazione nella quale sembra esser caduta l’area di Piazza Ferretto a Mestre, con vetrine chiuse e serrande abbassate, che ormai da anni sembra non avere più alcuna prospettiva.

Pensiamo non sia possibile che il Cuore pulsante della nostra Mestre sia senza alcuna prospettiva: sollecitiamo l’Amministrazione Comunale a farsi promotore con le Associazioni di Categoria e con i proprietari dei locali affinchè si possa dare nuova linfa alla Piazza e nuova fiducia ai tanti che sarebbero pronti ad investire nuovamente.

Pensiamo non sia sufficiente solamente il rilanciare eventi ed iniziative durante tutto l’anno come proposto da alcuni, che peraltro stanno avendo grande successo quando vengono organizzati e di questo il merito va all’Amministrazione, ma riteniamo sia necessaria una regia unitaria, che necessariamente deve stare in capo al Comune.

La migliore soluzione sarebbe quella di rendere anche su Mestre il “Distretto del Commercio” una entità a se stante, come già avvenuto in altre importanti città italiane e che tanto bene sta facendo a questi centri: vorrebbe dire attivare politiche di raccolta fondi, di iniziative di promozione e di proposte, che diversamente verrebbero meno o comunque con più difficoltà.

Il Distretto del Commercio costituisce infatti una delle principali espressioni a sostegno del settore nell’ambito dei centri storici e urbani.

Seppur vero poi che i canoni di affitto si sono ridotti, non sono probabilmente ancora a portata di tanti e quindi proporremo anche su questa area la possibilità di attivare dei temporary shop, che sicuramente sarebbero molto apprezzati e che andrebbero a tutelare sia la proprietà che gli investitori.

Giudichiamo positivamente la politica dell’amministrazione comunale rispetto alla concessione ai giovani degli spazi di proprietà pubblica ad affitto agevolato per l’apertura di nuove attività: questa è l’attenzione che deve esserci rispetto a quanti vogliono fare impresa anche su Mestre.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale AZIONE VENEZIA

Cristian Zara – Responsabile Area Commercio-Artigianato  e Comunicazione AZIONE VENEZIA

QUALI POLITICHE PER SVILUPPARE LA RESIDENZIALITA’ E PER BLOCCARE L’ESODO  

2023-05-29 QUALI POLITICHE PER LA RESIDENZIALITà E PER BLOCCARE L'ESODO-12023-05-29 QUALI POLITICHE PER LA RESIDENZIALITà E PER BLOCCARE L'ESODO-2

 

Come Azione Venezia ci stiamo domandando come dev’essere il futuro di Venezia per i prossimi 30 anni.

Per rispondere a questa domanda dobbiamo pensare ad un modello di sviluppo compatibile e gli errori che sono stati compiuti fino ad ora, visto che la città storica si sta spopolando di residenti e di attività produttive.

E’ parere di una parte della città (e che noi riteniamo sia da rivedere) che Venezia debba essere uno spazio fisicamente preservato, disponibile alla visita dei visitatori di tutto il mondo e nel maggior numero possibile. Questo è’ un modello che mira alla pura conservazione fisica e allo sfruttamento della città ai soli fini turistici.

Questo modello confligge, però fisiologicamente,  con la necessità di una città abitata, che possieda caratteristiche ben precise,  tra le quali quella di avere delle attività lavorative (attività portuale, commercio, artigianato, ecc) alternative al solo turismo e  che viva anche di abitanti residenti.

E’ importante essere consapevoli del problema oggettivo che le aspettative dei cittadini, e in generale di coloro che ritengono che Venezia non possa perdere i suoi abitanti pena “perdere l’anima”, confliggono di fatto con quello che il mondo fin’ora ha chiesto e voluto che fosse Venezia. Lino Toffolo usava dire che Venezia senza i Veneziani è come Pompei

Lo spopolamento di Venezia, causato da fenomeni in qualche modo epocali (il calo demografico e la naturale tendenza dei centri storici a svuotarsi) è anche determinato da un insieme di fattori, tra i quali l’assenza di disponibilità abitativa per giovani coppie, anche a causa del proliferare delle locazioni turistiche,  la mancanza di lavoro stabile in città, se non legato al turismo  e all’assenza di un sistema di mobilità moderno ed adeguato alle esigenze di mobilità dei cittadini e dei turisti ( con la ovvia necessità di suddividere dove possibile i flussi).

Sull’emergenza abitativa e il blocco all’esodo abitativo Azione vuole fare delle proposte politiche che si focalizzino, non solo su politiche abitative mirate ai residenti, ma anche su interventi complementari agli altri grandi temi in discussione per Venezia.

La proposta di politica residenziale specifica per Venezia, per Mestre e per Marghera, si vuole sviluppata su due grandi filoni: le nuove edificazioni e il recupero del patrimonio residenziale pubblico, dopo decenni di abbandono.  In questa ottica il patrimonio pubblico andrà gestito in modo competente, curato (creando una efficiente funzione dedicata comunale e regionale), utilizzando ogni livello di finanziamento europeo, nazionale, comunale, modificando i meccanismi di accesso all’alloggio, introducendo l’efficientamento energetico sostenibile degli immobili stessi.

La seconda è il recupero di aree ora dismesse e da destinare a nuove abitazioni da mettere sul mercato immobiliare. Nei primi anni 2000 sono già state riconvertire aree post industriali della Giudecca (vedi area Ex Jungans) per realizzare appartamenti in parte di social housing e in parte destinati alla libero mercato. Bisogna perseguire sulla strada intrapresa e mettere regole di mercato che prevedano l’impossibilità di acquisto di nuovi alloggi, per poi metterli sul mercato delle locazioni turistiche

Riteniamo poi, che il vasto patrimonio immobiliare pubblico, debba tornare ad una regia comunale, all’assessorato Casa di Cacciariana memoria, perché i molteplici enti pubblici che gestiscono immobili di residenziale pubblica non possono gestire autonomamente il complesso meccanismo delle assegnazioni, ma la regia deve essere unica e basata su regole e parametri chiari.

Poi vi è il tema residenza scolastica e universitaria, e qui si deve creare una sinergia tra l’Università e il Comune anche per concentrare i siti universitari e creare poi dei servizi pubblici dedicati, soprattutto legati ai trasporti e alla mobilità cittadina.

La grande area del Vega che oggi sta vedendo la possibilità di essere ceduta dalla gestione pubblica a quella privata, potrebbe divenire un grande campus universitario dotato di parcheggio, mensa e sale auditorium. Lo stesso è già un hub di interscambio ferro (treno) e gomma(autobus) sia con Venezia, che con l’entroterra veneto. L’Università deve dialogare con l’Amministrazione Comunale e le scelte di entrambi gli enti devono andare concertate.

Per la mobilità, una possibile innovazione sarebbe la creazione / ultimazione dei terminal, anche previsti dal PUMS,  senza scandalizzarsi sull’uso dei PILI e di San Giuliano,  come interscambio tra bus turistici e mezzi acquei, in un’ottica di gestione dei flussi;  ma anche il riprendere alcuni grandi progetti per la città, come ad esempio la Sub lagunare, soprattutto ora che verrà costruita una bretella ferroviaria in zona aeroportuale e la nuova stazione di collegamento con l’alta velocità.

Questi sono solo alcuni dei cambiamenti possibili finalizzati ad una decisa modifica della qualità della vita di chi questa città vuole abitarla, di chi ci lavora, studia o la visita con immutata meraviglia.

Venezia, 30/05/2023

AZIONE VENEZIA

Paolo Bonafè – Segretario Comunale Azione Venezia

Leda Costantini – Delegata Mestre e Terraferma e Responsabile Residenzialità Azione Venezia

Quali progetti per Mestre, per rendere la città più viva e sicura

 

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Su Mestre stiamo vedendo che in questo periodo vi una attenzione maggiore, rispetto al passato, per quanto riguarda il tema sicurezza e sviluppo del territorio e questo grazie all’attivismo delle associazioni territoriale di cittadini che si sono poi unite nella grande e partecipata manifestazione contro il degrado e per la sicurezza che ha avuto, grazie al grande eco, la conseguente ed immediata presa di posizione delle forze dell’ordine e della amministrazione comunale.

Da allora si vedono dei passi in avanti, ma bisogna insistere. La zona di Via Piave e della stazione necessitano di enormi piani di riqualificazione. Il progetto di fattibilità tecnico economica presentato da FS per la “nuova” stazione di Mestre, che andrebbe a collegare anche Marghera, andava in questa direzione. Vi è anche un progetto che vogliamo portare avanti che è quello dii riprendere i progetti  di stazione sotterranea per la stazione di Mestre, che permetterebbe una riqualificazione della  attuale area di via Trento e via Piave, a favore di maggiore verde pubblico e di luoghi di aggregazione. Mestre ha bisogno di una nuova riprogettazione urbanistica

Ma anche la rigenerazione abitativa di Mestre può essere importante per fermare il degrado, riteniamo che si debba puntare soprattutto sui giovani e nel progetto Venezia Città Campus, che potrà avere ottime ripercussioni a Mestre.

È evidente come uno studente o un giovane lavoratore che passa un anno nella nostra città possa giovare molto di più ai piccoli negozi di vicinato rispetto al turista classico che si ferma per pochi giorni, per questo è fondamentale ripartire da chi la città ed in particolare il quartiere può popolarlo e farlo vivere.

Dalla tesi di Laurea della dottoressa Giliberto emerge chiaramente come il quartiere offra tutti i servizi di prossimità facilmente accessibili e non è scontato dato che siamo assediati dai centri commerciali. Bisogna proseguire intensamente con il contrasto allo spaccio e alla microcriminalità seguendo alcune vie maestre: espulsioni dal territorio nazionale che hanno portato dei primi risultati, presidi di polizia fissi che aiutano e migliorano la sensazione di sicurezza per il cittadino ed un’azione sociale forte per aiutare le persone che cadono nel tunnel della droga.

Bisogna altresì prestare attenzione a non spostare il problema in altre zone senza effettivamente ridurlo. Però come affermato dal professor Micelli oltre al contrasto alla criminalità bisogna impegnarsi con forza per promuovere nuove forme di socialità in una zona dove il tessuto sociale si è sfaldato e le persone si sentono al sicuro solo dentro le mura di casa.

Paolo Bonafè Segretario Comunale Azione Venezia

Tommaso de Vido Responsabile Tavolo Degrado e Sicurezza Azione Venezia

Problema commercio in Calle delle “Rasse” e plateatici

2023-05-03 Nuova Venezia Nuovi temporary shop calle rasse

2023-05-03 Nuova Venezia Nuovi temporary shop calle rasse

AZIONE VENEZIA condivide le forti preoccupazioni degli operatori commerciali ed artigiani che operano in centro storico rispetto alla situazione di abbandono nella quale sembra esser caduta l’area di Calle delle Rasse, con vetrine chiuse da anni e senza più alcuna prospettiva. Seppur vero che si aspetta con ansia l’intervento di riqualificazione delle proprietà DANIELI pensiamo non sia possibile che il Cuore pulsante della nostra Città sia abbandonato all’assalto dei turisti, senza poter dare alcuna prospettiva ai tanti che sarebbero pronti ad investire nuovamente su tale area e quindi a ridare vita agli esercizi commerciali: una proposta per Noi fattibile potrebbe essere nel condividere con la proprietà la possibilità di attivare dei temporary shop, che sicuramente sarebbero molto apprezzati e che andrebbero a tutelare sia la proprietà che gli investitori. Giudichiamo invece positivamente la politica dell’amministrazione comunale rispetto alla concessione ai giovani degli spazi di proprietà pubblica ad affitto agevolato per l’apertura di nuove attività: questa è l’attenzione che deve esserci rispetto a quanti vogliono fare impresa.

Chiediamo infine un intervento deciso dell’amministrazione comunale rispetto alla giungla dei plateatici  che stanno proliferando nelle Isole: non ci riferiamo esclusivamente ai plateatici che superano le concessioni comunali dei pubblici esercizi e che dovrebbero essere controllati “ metro alla mano” ma anche a quei negozi che incuranti delle normative comunali occupano suolo pubblico mettendo a rischio anche l’incolumità delle persone in quanto riducono di molto lo spazio pedonale delle singole aree/calli (problema che evidenziamo in modo particolare in isole altamente frequentate da turisti come in questi giorni  l’Isola di Burano). Crediamo sia doveroso un deciso intervento nel rispetto dei tantissimi imprenditori/artigiani/commercianti rispettosi delle normative, affinché non debbano pagare sempre le conseguenze di questa concorrenza sleale.

 

Paolo Bonafè – Segretario Comunale AZIONE VENEZIA

 

Cristian Zara – Responsabile Area Commercio-Artigianato AZIONE VENEZIA

Proposta Progetto di Legge sulle Locazioni Brevi, luci ed ombre

 2023-04-03 Gazzettino Affitti brevi Azione vuole una legge nazionale

Come segreteria comunale di Azione Venezia vogliamo intervenire nella proposta di Progetto di Legge Nazionale sulle locazioni brevi, illustrata  all’incontro promosso da ATA  (Alta Tensione Abitativa) durante l’incontro del 18 marzo u.s.

L’obiettivo di formulare un progetto di legge nazionale a sostegno della residenzialità trova d’accordo il nostro partito , che già da tempo ha istituito un tavolo tematico su questo tema, e sulla regolamentazione delle locazioni brevi che  ne è parte integrante.

Vediamo inoltre con interesse che  questo progetto, a cui partecipano giuristi, amministratori, cittadini, sia redatto in collaborazione con la cittadinanza stessa, infatti grande è stata la partecipazione il 18 marzo  di cittadini veneziani.

A Venezia non si trova casa, molti dipendenti dei principali uffici e servizi pubblici sono pendolari, e della popolazione transitoria di Venezia solo il 5% trova casa.  Nel merito di questo problema l’Europa ha votato un parere favorevole all’individuazione di regole condivise che consentano di definire e gestire le realtà urbane divenute acute e non più sostenibili  in termini di compromessa qualità della vita degli abitanti e della possibiità di trovare casa. L’obiettivo quindi non è solo il rilancio della città, ma l’ottenimento di urgenti modifiche che regolino i principi e gli strumenti per governarne il fenomeno.

Si deve quindi definire Spazi da destinare a locazione breve, tramite regole condivise, e il riordino di quanto già c’è di assegnato.

Non mancano le proposte formulate a tale scopo, dal principio di rotazione degli spazi, su base temporale, all’assegnazione di licenze anche per i piccoli proprietari, ma per periodi prestabiliti nella durata, e molto altro in via di definizione, facendo tesoro delle varie soluzioni adottate nelle maggiori città europee dove già da tempo sono state prese misure per regolamentare le LB.

Quindi siamo d’accordo con ATA, che sia necessario declinare una proposta su scala nazionale (molte altre nostre città soffrono dello stesso problema) che diventi Legge dello Stato e che coinvolga la Regione di competenza e i Comuni direttamente interessati.

Laddove le regolamentazioni sono entrate in vigore è divenuto evidente il cambiamento migliorativo degli effetti sulla cittadinanza sia stanziale che temporanea.

L’introduzione di un numero massimo di giorni/anno sulle LB non commerciali ha definito il tipo di licenza applicabile, se il periodo locato fosse superiore ad una soglia massima prevista, l’attività diverrebbe commerciale con licenza diversa; unitamente a restrizioni per zona a seconda della densità abitativa e turistica.

Questi sono solo alcuni degli esempi possibili da considerare, insieme alla diminuzione degli intermediari e numero di Host.

L’introduzione di questi provvedimenti, dove applicati,  ha variato nei due anni successivi alle modifiche, il numero di locazioni brevi,  diminuendole, e ha modificato in diminuzione anche i valori immobiliari  di qualche punto percentuale.

Per finire riteniamo essenziale che la Regione, oltre al Comune, debba fare la sua parte impegnandosi a lavorare sulle LB, impegnandosi a stendere un Piano Turistico Regionale che contenga l’inserimento del Regolamento Locazioni Brevi, e prenda atto della necessità di ogni conseguente  modifica  nel merito.

Azione Venezia

Il Segretario Comunale, Paolo Bonafè

La Responsabile Residenzialità, Leda Costantini

TASSA D’INGRESSO, VEXATA QUAESTIO

card tassa imbarco
Pare proprio che la tassa d’ingresso, stante quanto riferisce l’assessore Zuin, non vedrà la luce nemmeno entro il 2023. Era stata sbandierata come la panacea di tutti i mali e invece si sta scontrando con ostacoli seri.
Lo diciamo chiaramente: che i turisti giornalieri contribuiscano con un obolo alla manutenzione della città al pari dei turisti pernottanti (che pagano la tassa di soggiorno) non è, in sé, un principio scorretto. Tuttavia, si scontra con tali e tanti problemi applicativi per la gestione delle esenzioni (che non possono non tenere come stella polare la minimizzazione dei disagi per gli abitanti residenti), con tali costi anche operativi che ci pare che il gioco non valga la candela.
Anche perché, se la sua finalità è quella, dichiarata, di fungere da deterrente, farà ben poco. Se fosse quella di fare cassa, il rapporto costi benefici sarebbe assai dubbio.
Ed in ogni caso l’istituto è vanificato ab origine dalla insensata esenzione per tutti i veneti, come abbiamo più volte sottolineato.
Aspettiamo dunque con un certo scetticismo che la Giunta, dopo aver analizzato le 210 osservazioni pervenute, ci faccia sapere cos’ha deciso. Ma tutto fa pensare che finirà in una bolla di sapone. E Venezia merita invece di meglio. Magari un progetto serio..
#ItaliaSulSerio
Paolo Bonafè, Donatella Schiuma, Franco Vianello Moro
Coordinamento Comunale Azione – Italia Viva
Cecilia Tonon
Gruppo Consiliare “Venezia è tua”

MOSE – DEMOLIZIONE PIATTAFORMA DELENDA EST. ANCHE NO..

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2023-03-28 Gazzettino Mose uno spreco demolire la piarda
Come noto, alla bocca di Malamocco, lato S. Maria del Mare, c’è una piattaforma di circa 11 ettari, già infrastruttura di servizio per la realizzazione del MOSE. Mai sottoposta a VIA perché se ne prevedeva lo smantellamento a lavori finiti (per inciso: avere solo pensato di smantellare 11 ettari di cemento la dice lunga sulla dissennata indifferenza ai costi che ha caratterizzato la storia del MOSE).
Ora, le associazioni ambientaliste reclamano il mantenimento dei patti: demolire la piattaforma (costo 40 milioni di euro!) e “restituire” la spiaggia agli abitanti.
Ma ci chiediamo: ha senso spendere 40 milioni e produrre un deleterio impatto ambientale (produzione di polveri, traffico pesante) per smantellare una piattaforma che potrebbe essere utilizzata per, ad esempio, ospitare 11 MW di fotovoltaico (facendo il conto a spanne di un MW per ettaro)? Si tratterebbe di circa un settimo della potenza massima richiesta da tutta la città d’acqua.
Ma non solo: l’isola di Pellestrina gode già di 9 km di spiaggia compartimentata dai cosiddetti “pennelli” (peraltro parzialmente opera dell’uomo a difesa dalle mareggiate), quindi è inconsistente pure l’argomentazione della “restituzione” della spiaggia a sanpierotti e pellestrinotti.
Il calcolo costi/benefici, in termini sia economici sia ambientali, non lascia spazio a dubbi. Noi speriamo davvero che prevalga il buon senso.
#ItaliaSulSerio
Antonella Garro, Segretaria Metropolitana
Paolo Bonafè, Segretario Comunale

Venezia, tra esodo e nuovi abitanti

2022-08-11 Corriere Spopolamento di Venezia2022-08-11 Nuova Venezia tema spopolamento 22022-08-11 Nuova Venezia tema spopolamento

Come puntualmente previsto, il centro storico sta varcando (verso il basso) la soglia psicologica dei 50.000 abitanti. Fermo restando che il tema residenzialità è drammatico e da sempre all’attenzione di Azione Venezia, riteniamo necessario leggere il fenomeno in modo razionale. Il calo di abitanti è oggi dovuto al drammatico bilancio nati/morti dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione inevitabile conseguenza dell’esodo degli anni passati (e, diciamolo, al generale calo di natalità nel nostro Paese). In pratica, stiamo pagando una dolorosa cambiale sottoscritta nel lontano passato. Ma accanto a questo fenomeno ve n’è un altro che fornisce motivi di ottimismo: da molti mesi ormai il saldo immigrazione/emigrazione è sistematicamente positivo. Ovvero sono più le persone che (nonostante le mille difficoltà) scelgono di venire a vivere in centro storico che quelle che scelgono di andarsene. Il che significa che la città è attrattiva, nonostante le Cassandre che insistono a dire che Venezia è morta.

Ebbene, NO. Venezia può (e deve) essere ripopolata e ha le possibilità per esserlo. Fare di tutta un’erba un fascio, non distinguere i due aspetti del calo di residenti, fa il gioco – paradossalmente – di coloro che dicono che la partita è persa e tanto vale allora speculare sulle locazioni turistiche perché tanto nessuno, a Venezia, vuole venire e vivere.

Ricordiamocelo nei prossimi giorni, quando si alzerà la marea di commenti apocalittici e impotenti.

 

 

Quali soluzioni per la regolamentazione delle Locazioni Turistiche a Venezia

locazioni turistiche

Azione Venezia, in relazione alla tematica locazioni turistiche (”LT”) emersa prepotentemente in questi giorni, invita a considerare il tema in modo equilibrato evitando sia la demonizzazione dell’attività che la facile autoassoluzione della stessa.

Se, infatti, da un lato è evidente che le LT deprivano la città del patrimonio edilizio che dovrebbe essere destinato alla residenza, dall’altro le LT se adeguatamente regolamentate, possono costituire una risorsa per la città.

Azione Venezia è inoltre consapevole che la regolamentazione delle LT, pur indispensabile, rappresenta una condizione necessaria ma non assolutamente sufficiente – da sola – a contrastare il continuo dissanguamento della residenza in centro storico. Che dipende da una complessa e articolata serie di motivazioni, la maggior parte delle quali comuni a tutti i centri storici e massime di quelli a forte attrattività turistica.

Azione Venezia, tra le proposte in campo, esprime apprezzamento alla finalità dell’emendamento al decreto legge n.50/2022 nella parte dove propone di demandare al Sindaco la possibilità di consentire l’attività di locazione turistica tramite un apposito regolamento comunale fissandone il numero massimo anche a livello di zone della città.

Appare altresì non molto logico, sempre nello stesso emendamento,  prevedere anche la possibilità di limitare il numero massimo di giorni all’anno in cui locare l’appartamento. Questa è una misura deterrente che è superata dalla determinazione del numero massimo di licenze. Meglio meno licenze ma totalmente produttive piuttosto che più licenze non produttive.

Si auspica, infine, che tra i criteri per la concessione delle autorizzazioni si considerino i seguenti elementi:

– nella determinazione del numero massimo di appartamenti o posti letto ad uso turistico si faccia congruo riferimento a una percentuale sul numero degli appartamenti di residenti;

– sia posto un limite al numero massimo di appartamenti e posti letto in gestione ad un singolo soggetto, per evitare le mere speculazioni;

– se possibile, l’autorizzazione sia in preferenza accordata a residenti nel comune di Venezia.

Auspica inoltre che le LT siano considerate a tutti gli effetti, anche fiscali, attività imprenditoriale, con necessità   di P. IVA.

Da ultimo, richiama alla necessità di puntare sulla legalità, in primo luogo individuando e perseguendo gli abusi, le affittanze in nero, le presenze non dichiarate – sia per questioni di trasparenza del mercato, che per ragioni di pubblica sicurezza e fiscali. Il che potrebbe essere facilmente conseguito in tempi rapidi, mediante applicazione della Smart Control Room e mediante accordi con le Organizzazione degli operatori delle quali incrociare i dati.

 

Azione Metropolitana e Azione Comunale Venezia

22 giugno 2022

UNA MIGLIORE CONDIZIONE DI LAVORO E’ POSSIBILE

Nella seduta plenaria del parlamento europeo del 6-9 giugno us è stata proposta una importante risoluzione sul tema Lavoro e sui Diritti, infatti è stata proposto di vietare i prodotti commercializzati con il lavoro forzato. Secondo le ultime stime dell’Organizzazione Internazionale sul Lavoro si parla di 25 milioni di persone che si trovano attualmente in condizioni di lavoro forzato e di 20,8 milioni in condizioni di lavoro imposto privatamente e 4,1 milioni di persone in condizioni di lavoro imposto dallo Stato. Le donne rappresentano il 61% di questa categoria. Un’altra categoria a rischio è quella composta dai lavoratori migranti. Seguono poi i bambini che risultano essere ad oggi 160 milioni in condizione di lavoro forzato. Un numero enorme che è aumentato con la pandemia. Pertanto si deve intervenire al più presto con soluzioni che intervengano sulle cause, considerando che sono 79 milioni i bambini che svolgono nel mondo lavori pericolosi e che possono mettere a repentaglio ogni giorno la loro salute, sicurezza e sviluppo. La proposta è quella in ambito UE di trattenere le merci alle frontiere quando si ritiene   che vi siano sufficienti prove che dimostrino l’utilizzo di lavoro forzato per la realizzazione o per il trasporto. Viene sbloccato solo nel caso che l’impresa sia in grado di dimostrare l’assenza adi lavoro forzato.  Ecco queste possono essere risoluzioni utili per migliore la qualità del lavoro in generale, se sono però affrontate seriamente dagli Stati membri e dai vari Governi

Paolo Bonafè