Come puntualmente previsto, il centro storico sta varcando (verso il basso) la soglia psicologica dei 50.000 abitanti. Fermo restando che il tema residenzialità è drammatico e da sempre all’attenzione di Azione Venezia, riteniamo necessario leggere il fenomeno in modo razionale. Il calo di abitanti è oggi dovuto al drammatico bilancio nati/morti dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione inevitabile conseguenza dell’esodo degli anni passati (e, diciamolo, al generale calo di natalità nel nostro Paese). In pratica, stiamo pagando una dolorosa cambiale sottoscritta nel lontano passato. Ma accanto a questo fenomeno ve n’è un altro che fornisce motivi di ottimismo: da molti mesi ormai il saldo immigrazione/emigrazione è sistematicamente positivo. Ovvero sono più le persone che (nonostante le mille difficoltà) scelgono di venire a vivere in centro storico che quelle che scelgono di andarsene. Il che significa che la città è attrattiva, nonostante le Cassandre che insistono a dire che Venezia è morta.
Ebbene, NO. Venezia può (e deve) essere ripopolata e ha le possibilità per esserlo. Fare di tutta un’erba un fascio, non distinguere i due aspetti del calo di residenti, fa il gioco – paradossalmente – di coloro che dicono che la partita è persa e tanto vale allora speculare sulle locazioni turistiche perché tanto nessuno, a Venezia, vuole venire e vivere.
Ricordiamocelo nei prossimi giorni, quando si alzerà la marea di commenti apocalittici e impotenti.