La libertà è (anche) la possibilità di esercitare i propri diritti nel rispetto delle persone, delle proprietà, del pensiero. Quanto sta accadendo a Mestre, dove molti cittadini dopo una certa ora del giorno sono di fatto “prigionieri” delle loro abitazioni, è un triste esempio di come il degrado sociale si traduca in una limitazione delle libertà personali. Secondo Azione Venezia una risposta risolutiva si potrà avere solo a fronte di una maggiore efficienza della macchina giudiziaria che assicuri certezza della pena (in tempi brevi) e deterrenza verso il reato; nel frattempo alcune attività di prevenzione e contrasto dei comportamenti illeciti debbono comunque essere rese più efficaci tenendo conto che a Mestre oltre che ai reati “importanti” quali lo spaccio di droga e la violenza verso la persona, ci sono uno stillicidio di reati minori (furto di biciclette, borseggio) nemmeno più denunciati. Come attuare una strategia di recupero della “vivibilità” delle zone del degrado?
In primo luogo, chiedendo a Questore e Prefetto di intensificare la presenza (diurna e notturna) delle forze a cui è affidato il compito di contrastare i reati: Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza
Poi, affidando alla Polizia Locale un tassello fondamentale dell’opera di prevenzione: attuare verifiche continue e a tappeto su appartamenti e B&B all’interno dei quali , grazie anche alle segnalazioni (già numerose e ripetute) dei cittadini o degli Amministratori di condominio, è probabile individuare la presenza di clandestini, l’organizzazione di attività illecite o dove sono conservate le sostanze stupefacenti; questo allo scopo di colpire la “logistica” della attività spaccio prima che lo stesso abbia luogo.
Alla Polizia Locale vanno anche chiesti gli interventi finalizzati a riportare il decoro e il rispetto della proprietà, pubblica o privata, affinchè sia superata la sensazione di impotenza dei cittadini rispetto a soprusi piccoli e grandi, e cresca la fiducia nelle istituzioni e nella loro volontà di intervento.
Per quanto concerne l’aspetto Socio-sanitario, restando nell’ambito delle compatibilità economiche ma segnando una inversione di tendenza rispetto a quanto fatto fino ad oggi, è necessario chiedere alla Amministrazione comunale maggiori stanziamentiper gli interventi di supporto alla dipendenza (operatori di strada, servizi sociali) e al lavoro di comunità.
Un lavoro non solo affidato, quindi, alle forze dell’ordine ma alla riattivazione delle risorse proprie di un tessuto sociale capace di integrare e sviluppare empowerment.
Una ultima considerazione sul ruolo dei comitati spontanei di cittadini che non rappresentano certo una soluzione al problema, ma vanno ascoltati con attenzione perchè sono i terminali sensibili di una comunità che non si vuole arrendere . E noi li ascoltiamo volentieri, perchè se “muore” un pezzo di città, “muore” tutta la città.
Paolo Bonafé Segretario Comunale di Azione Venezia
Bruno Barbadoro Giacobelli
Coordinatore Azione per la Terraferma