La comunità bengalese, per il tramite di una APS (Associazione di Promozione Sociale) aveva preso in affitto l’ex supermercato PAM in via Piave per farne luogo di culto musulmano, “servizio” di cui c’è oggettivamente carenza se teniamo conto che i bengalesi ufficialmente residenti – una comunità numerosa e radicata, attiva nel piccolo commercio, nel turismo e nella cantieristica (Fincantieri ne impiega 3000) – sono ben 8000, nel solo Comune di Venezia.
Come non detto.. non ci sono le autorizzazioni, la destinazione urbanistica non è congrua, i rischi per la sicurezza dove li mettiamo e poi tutta questa gente senza controllo che cosa viene a fare (a pregare, cosa che ormai da noi si usa poco). I residenti del condominio soprastante si sono allarmati e in un baleno sono intervenute le Autorità, hanno constatato lo “spregio di qualsivoglia cautela di prevenzione da pericoli e rischi per la sicurezza, tale da rendere oggettivamente non idoneo l’immobile all’uso cui in concreto viene adibito” e disposta l’immediata chiusura dell’attività.
Insomma, la Legge è legge, “le carte” non sono a posto (e verosimilmente anche dal punto di vista sostanziale, l’ex supermercato non è una struttura idonea), la sicurezza e il decoro trionfano.
A noi resta però uno sgradevole retrogusto di summum ius, summa iniuria, perché le Moschee, come le Chiese, sono luoghi di comunione e socialità, di sostegno reciproco e di visibilità (in un certo senso anche di “controllo”) per una comunità numerosa con la quale condividiamo lo spazio di questa città e che non dovremmo far sentire ai margini. E poi però parliamo di “integrazione”, di prevenire le cause del degrado..
#ItaliaSulSerio
Antonella Garro, Segretaria Metropolitana
Paolo Bonafè, Segretario Comunale