Si torna al voto senza aver riscritto le regole

I prossimi 13 e 14 aprile si torna, quindi, a votare con la legge elettorale “porcellum”: a nulla sono valsi i richiami da parte del Capo dello Stato, delle forze sindacali ed imprenditoriali ai partiti politici circa la necessità di un governo tecnico, funzionale a riscrivere le regole elettorali per garantire governabilità al Paese.
Questo richiamo alla responsabilità non è stato raccolto da tutti, a dimostrazione di quanto affermavano politologi e referendari (che avevano raccolto ben 800 mila firme per indire il referendum sulla legge elettorale), circa la volontà e l’interesse di molti partiti ad affossare il referendum, indirizzato a modificare l’attuale legge elettorale in senso maggioritario.
Quindi si tornerà a votare come nel 2006: la scelta dei deputati e senatori verrà fatta dalle segreterie dei partiti, ci si potrà candidare in più collegi per poi sceglierne uno, in accordo con il partito, magari per escludere un candidato poco organico alle lobbyes. Ancora una volta la politica, quindi, ha compiuto scelte in contrasto con la volontà espressa dai cittadini: il rischio è l’incremento dell’astensione al voto e l’ aumento della dicotomia fra società civile e “palazzo”. Eppure, in questo scenario di criticità, si possono individuare due importanti elementi innovativi: il Partito Democratico, che ha dichiarato di voler concorrere alle votazioni da solo, e che viene accreditato nei sondaggi al 30%, e la “Rosa Bianca”, che esprime un’area di centro di ispirazione cattolica, accreditata al 12%, autonoma dall’egemonia berlusconiana.
Questi due nuovi soggetti possono rappresentare le novità della politica italiana a garanzia di un esito non scontato della campagna elettorale.

Paolo Bonafe’
Presidente laboratorio Venezia
www.laboratoriovenezia.it