Che a Mestre la questione “degrado urbano” finisse per assumere i contorni dell’emergenza sociale era intuibile già da tempo; tuttavia fino ad ora non sono stati fatti grandi passi avanti per contenere il problema ed anzi si ha la sensazione che si stia progressivamente estendendo anche in altre aree della terraferma.
Eppure alcune considerazioni sul “cosa” si dovrebbe fare sono già state elaborate da tempo: ad esempio, recuperare il senso della legalità e la percezione della sicurezza dai cittadini attraverso un’azione più incisiva delle forze dell’ordine (che non è certamente la pseudo “militarizzazione” cui si vorrebbero sottoporre alcuni quartieri) accompagnata da importanti interventi di sostegno “sul campo” per i tossicodipendenti; accelerare le iniziative di integrazione religiosa e sociale che favoriscano lo sviluppo di nuove aggregazioni multietniche; avviare al più presto dei progetti di recupero del contesto ambientale incentivando al contempo lo sviluppo di attività commerciali di quartiere (magari anche recuperando professionalità artigiane ora scomparse).
Tuttavia, perché a questo “cosa” possano seguire, con successo, un “come ” ed un “quando”, deve esser ben chiara a chi amministra quale sia “L’IDEA DI CITTA” a cui tendere, ovvero quale sia il modello condiviso dello sviluppo socio economico ed urbanistico di riferimento per i successivi i 15/20 anni
Ha fatto molto rumore in questi giorni la contrapposizione tra Save e Comune di Venezia sulla questione della tassa d’imbarco; quanto accaduto è un perfetto esempio di come la strada da percorrere per trovare obbiettivi comuni sia ancora molto lunga e resti alta la possibilità che si creino situazioni di stallo, già viste in passato (come per la localizzazione dell’Angelo, tanto per andare un po’ indietro, ma non troppo, con la memoria)
Ne consegue una semplice riflessione: ma se un comune a forte vocazione turistica non riesce a trovare la quadra con i suoi Hub principali (porto ed aeroporto) su quali basi potrà progettare il proprio futuro?
AZIONE VENEZIA ritiene che sia giunto il momento di voltare pagina e propone alla città di avviare una riflessione su almeno quattro temi fondamentali: Trasporti, Turismo, Integrazione sociale, Rigenerazione urbana.
Il nostro invito, rivolto a Università, Fondazioni, Imprese del territorio, Mondo del lavoro e del sociale, Operatori Culturali, alla Stampa – il filo diretto e quotidiano con i cittadini – è di aprire un grande dibattito attraverso iniziative, proposte, confronti per costruire insieme l’idea della “CITTA’ CHE VORREMMO”, con la consapevolezza del perché la vorremmo proprio così e uscendo una volta per tutte dalle incertezze di un modello di sviluppo che oggi si fa fatica a comprendere quale sia.
Alla politica resterà poi l’onere di individuare i punti qualificanti su cui declinare i programmi ed il compito di realizzarli secondo il mandato ricevuto dai cittadini.
Chi accetterà di farsi coinvolgere, e mi rivolgo in primis ai cittadini e alle associazioni, dove l’appartenenza non è partitica ma rivolta alla soluzione concreta dei problemi, lo farà per senso civico, spirito di servizio ma soprattutto per amore per la città, diventando protagonista di una sfida verso il domani. Noi vorremmo fare da collante, proprio perché non abbiamo un approccio ideologico ma pragmatico ai problemi che affliggono la città nel suo insieme.
E poi, dato che stiamo parlando del futuro della nostra città, chi altri dovrebbe preoccuparsene se non la città stessa?
#ItaliaSulSerio
Paolo Bonafé Segretario Comunale Azione Venezia
Bruno Barbadoro Giacobelli – Azione Venezia – componente direzione comunale
Venezia 03/07/2023