La stazione ferroviaria di Mestre è una specie di pollaio indecoroso, da decenni
ormai assolutamente inadeguato all’utenza (la stazione è tra le top ten d’Italia
per numero di frequentatori). È dunque un’ottima notizia che finalmente parta il
progetto di radicale trasformazione della stessa nel quale è peraltro previsto il
(parziale) superamento della cesura tra i nuclei urbani di Mestre e Marghera.
Sacrosanto lo stralcio dell’attuale manufatto dall’elenco degli edifici
novecenteschi da tutelare (la stessa presenza del quale in quell’elenco pone più
di qualche domanda sulla logica delirante delle politiche di tutela e
conservazione nel nostro Paese).
È pure piuttosto surreale il recente dibattito su quanto l’intervento sia pronubo
ad aumentare gli arrivi turistici, sia perché comunque l’utenza turistica è una
piccola percentuale sia, soprattutto, perché è inaccettabile il ‘non detto’ per cui
sarebbe stato paradossalmente augurabile mantenere una stazione inadeguata
per scoraggiare i turisti (che assomiglia alla storiella del tizio che si taglia gli
attributi per fare un dispetto alla moglie).
Non sono mancate le polemiche (inevitabili in qualunque tema urbanistico) di
chi avrebbe voluto soluzioni diverse, tra cui l’affascinante ma poco realistica
soluzione di interrare stazione e fasci di binari, ma il meglio è nemico del bene
quindi valutiamo molto positivamente che si parta con i lavori.
Con una precisazione: dalle dichiarazioni di molti esponenti
dell’Amministrazione pare che la nuova stazione determinerà
taumaturgicamente il risanamento della zona e la scomparsa del grave degrado
odierno. Attenzione alle facili illusioni: la stessa creazione del quartiere degli
alberghi in via Cà Marcello ha dimostrato che non vi è affatto alcun
automatismo. Quindi l’annuncio della nuova stazione non sia un alibi per
allentare la presa sul tema degrado e criminalità. Sarebbe un errore gravissimo.
Paolo Bonafè – Segretario Comunale
Mauro Memo – Vice Segretario Comunale