Tassa di imbarco e costi dell’overtourism

2024-06-24 Gazzettino Azione giusto riproporre la tassa d imbarco

Dal serrato confronto tra il Presidente dell’Aeroporto e il Sindaco di Venezia sul contestato tema della tassa di imbarco cerchiamo di trarre alcune considerazioni applicabili al caso concreto, ma più in generale a tutti gli strumenti che il governo della città ha a disposizione per finanziare i costi pubblici dell’overtourism, in termini di maggiori oneri per la pulizia, lo smaltimento dei rifiuti, i trasporti, la sicurezza, la manutenzione stradale, etc..

Il principio sacrosanto da difendere è che i costi pubblici dell’overtourism non possono essere posti a carico dei residenti, che già ne subiscono i disagi privati, neppure assumendo debiti a carico del bilancio comunale che dovranno pagare i loro eredi. I costi pubblici dell’overtourism vanno quindi posti a carico di chi genera il fenomeno (e quindi dei turisti) e di chi trae extra redditi dal flusso di arrivi (in questo caso le compagnie aeree e i gestori aeroportuali).

La tassa di imbarco proposta dal Comune, legittimato da una legge dello Stato, va quindi nella giusta direzione. La sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato la sentenza del TAR, favorevole alla legittimità della tassa di imbarco comunale, non ne ha contestato i principi di merito ma ha solo addotto un difetto di motivazione che negli atti pubblici è fonte di nullità. Ma è un vizio che può essere sanato riproponendo i contenuti della delibera annullata in una nuova meglio motivata.

Bene quindi ha fatto l’Assessore al Bilancio comunale a riavviare l’iter per reintrodurre la tassa di imbarco con un provvedimento questa volta adeguatamente articolato anche nelle motivazioni.

In teoria ci potrebbero essere delle categorie ingiustamente penalizzate dalla tassa di imbarco, come ad esempio i residenti nel bacino aeroportuale che viaggiano spesso in aereo per motivi di lavoro. Ma basta prevedere per essi il diritto al rimborso che il Comune potrebbe tranquillamente riconoscere rinunciando ad una parte limitata del gettito.

Infine il limite posto dallo Stato alla tassa di imbarco (3 euro) la rende assolutamente tollerabile per chiunque, come invece non si può dire per il costo (9,5 euro) dei biglietti ACTV per non residenti.

Chiedere ai turisti di pagare i costi pubblici dell’overtourism è sacrosanto, ma entro limiti di tolleranza che salvaguardino l’immagine di una città accogliente per visitatori di ogni tipo.

 

Paolo Bonafè – Segretario Azione Venezia

Paolo Diprima – Delegato PNRR e servizi pubblici locali

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23 giugno 2024​