Troppe morti sulle strade, informazione, prevenzione e certezza della pena per bloccare tali tragedie

Leggere i giornali del lunedì è come leggere un bollettino di guerra. Sono oramai decine e decine le morti a causa di incidenti stradali nei quali, troppe volte, sono coinvolti giovani, ingannati dalla troppa velocità, unita all’uso di droghe od alcool. Da anni vi è l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (che vede in Pierina Guerra la sua agguerrita presidente veneziana) che si batte per sensibilizzare l’opinione pubblica su tale preoccupante fenomeno, lanciando un annuale campagna di sensibilizzazione denominata “allacciati alla vita”, nella quale riesce a coinvolge sia le forze dell’ordine che gli amministratori locali, in una comune funzione di informazione e responsabilizzazione. Infatti, assistiamo ad un uso sempre più irresponsabile e criminale delle automobili, che in mano a scriteriati diventano delle macchine di morte. Parallelamente,l’applicazione delle pene evidenzia una giustizia non sempre “giusta”: anche di recente,il 20/9 u.s, il Tribunale di Bologna,ha condannato quel conducente che ha investito ed ucciso un giovane studente universitario a soli 8 mesi di reclusione, pena sospesa,e a soli 6 mesi di ritiro della patente. I parenti delle vittime esigono giustizia, ma anche il comune cittadino rivendica la certezza della pena commisurata al danno e al grado di colpa,come previsto dall’Art.133 del codice Penale. Purtroppo, troppe volte si usa la scappatoia del patteggiamento per accelerare i processi con l’unica conseguenza che i colpevoli restano impuniti e i famigliari delle vittime si sentono colpiti due volte, senza quella “congruità della pena”prevista dal art.444 del codice di procedura penale. Abbiamo bisogno di uno Stato che non abdichi al proprio ruolo e alla propria funzione e sia garante della tutela dei cittadini.

Paolo Bonafè