In questi anni è divenuto di predominante attualità il tema del “meticciato” dei popoli. L’integrazione alla quale anche l’Italia non potrà sottrarsi (anche a causa del basso tasso di natalità), sarà inevitabile e questo grazie (o a causa) della nostra collocazione geografica di cerniera tra l’EUROPA con l’AFRICA, da una parte, e il MEDIO-ORIENTE dall’altra. Non servono statistiche o studi particolari per comprendere che vi sono centinaia di migliaia di africani che si stanno affacciando ai confini meridionali del nostro continente (basta leggere le cronache quotidiane che informano di continui sbarchi sulle nostre coste), ma non dobbiamo altresì dimenticare che vi è un altrettanto numero di persone, che provengono dai paesi dell’Est e dal Medio-Oriente, che a loro volta si affacciano ai nostri confini Orientali.
Questo esodo verso il nostro Paese deve essere compreso e condotto verso una nuova politica dell’integrazione razziale e religiosa. Per questo la politica deve saper sciogliere i nodi cruciali del nostro tempo, deve essere strumento di dialogo e confronto, di crescita umana e culturale. Oltre ai problemi di integrazione che viviamo in casa dobbiamo considerare anche i problemi di integrazione interrazziale e culturale che interessano tutta l’EUROPA. Il Medio Oriente rappresenta il focolaio, ormai perenne, di una lacerazione sanguinosa, che rischia di approfondirsi sempre più, fra il cosiddetto mondo occidentale ed il mondo islamico. C’è solo il rischio di una escalation che sembra impossibile arrestare.
A tutto questo non vi si può porre rimedio solo con la forza, bisogna fermarsi e dare spazio e voce al bisogno di pace e giustizia che sgorga dal profondo del cuore degli uomini, bisogna riconoscere che la guerra porta in sé solo morte, odio, distruzione ….che preparano solo ad un altro conflitto. La storia deve rappresentare un patrimonio di esperienza collettiva perché gli orrori non si ripetano più.
Tutti noi possiamo fare qualcosa. Dobbiamo esibire questa volontà di pace e fratellanza attraverso atti concreti, attraverso una “testimonianza“ di pensiero e di valori, lasciare da parte la demagogia e lavorare per costruire ponti di dialogo che comportino scambi di idee e la crescita della cultura di un popolo (vale anche per noi), che diviene importante per difendere le proprie tradizioni
Ognuno di noi può dimostrare la propria volontà di pace, fare un azione in direzione della stessa, smuovere le coscienze degli uomini e farli ragionare che sui valori non sono gli schieramenti che devono guidare le azioni ma, appunto, le coscienze.
Questo è un dovere che abbiamo verso i nostri figli, dobbiamo estirpare dai cuori il sentimento di rancore, iniziando dal nostro, contrastare ogni forma di intolleranza ed opporci ad ogni manifestazione di violenza. Solo così fermeremo l’ondata di fanatismo crudele che mette a repentaglio la vita di tante persone, ostacolando il progresso della pace nel Mondo. Il compito e’ arduo, ma non impossibile.
Paolo Bonafe’
Presidente Laboratorio Venezia
www.laboratoriovenezia.it