In una scena politica sempre più dominata da risse televisive e diverbi tra opposti rappresentanti politici, diviene necessario recuperare modelli e stili di comunicazione e relazione incentrati sul dialogo e sulla moderazione, facendosi interpreti di un bisogno sempre più avvertito da larghi strati di persone. Gli atteggiamenti estremi portano ad una disaffezione del cittadino verso le istituzioni ed un crescente assenteismo dalle urne. Il gran vociare e l’insulto facile sono gli strumenti con cui celare il vuoto di pensiero e l’assenza di un progetto politico, volto a risolvere i gravi problemi in cui versa il Paese. Ascoltando invece i cittadini si percepisce la loro netta insofferenza per la politica urlata, che vorrebbe condizionare e manipolare le loro coscienze e gli ultimi fatti di cronaca ancor di più gli allontanano. Essi rivendicano autonomia e capacità di valutazione critica, che si esprimono anche attraverso il voto democratico: questo è oramai slegato da logiche di schieramento e tende a premiare le persone e i programmi proposti, piuttosto che gli schieramenti per la loro connotazione ideologica. Questo nuovo approccio alla politica va attentamente analizzato perché mette in luce, la crisi di un modello e approfondisce la frattura fra la cosiddetta Società Civile e i partiti storici, in cui i cittadini rischiano di non riconoscersi più. Fortunatamente assistiamo alla nascita di movimenti, associazioni e comitati, quali nuovi soggetti politici che, attraverso la mobilitazione di gruppi di cittadini, assumono in proprio problemi specifici, facendosi promotori delle possibili soluzioni. Stiamo pagando lo scotto di una politica in cui echeggiano vuoti slogan piuttosto che il richiamo ai valori; che sembra aver smarrito la propria tradizione, traente linfa dall’impegno e dall’etica dei padri della nostra Costituzione democratica e repubblicana, il cui sforzo e senso di responsabilità ha permesso di sanare le lacerazioni della guerra; di dotarci di strumenti fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese. Il sistema elettorale prima maggioritario e poi proporzionale doveva garantire stabilità politica al Paese; questo non è avvenuto ne prima ne ora, ed anzi ha provocato l’appiattimento forzato delle posizioni dei diversi partiti, costretti ad entrare nell’una e nell’altra coalizione, perdendo così la propria identità e annacquando i propri valori ideali. Nello scenario di un Paese che sta attraversando un grave momento di crisi economica e sociale, la Politica deve ritrovare il senso forte del suo agire, trovando il proprio fondamento nei valori fondanti di una democrazia matura.
Paolo Bonafè
LABORATORIO VENEZIA