E’ interessante analizzare come, al di là del turismo di massa e dei pacchetti di viaggio preconfezionati, si stia affermando un nuovo modello di turismo ecocompatibile, attento a rispettare il territorio e a preservare il tessuto sociale, che in esso è innestato, grazie alla valorizzazione dell’ambiente, della storia e della cultura dei luoghi. L’esperienza dell’ “Albergo diffuso”, è esemplare a mettere in luce come sia possibile promuovere sia la ricettività dei borghi storici, di cui l’Italia è ricchissima, sia le comunità locali che li abitano: tale proposta si concretizza nella diffusione della ricezione in più abitazioni, secondo una concezione orizzontale, centralizzando invece, in un’ unica sede, i servizi di tipo alberghiero (reception, spazi comuni, sala da pranzo). Questo permette la rivitalizzazione del territorio, il potenziamento del senso di ospitalità di una comunità, garantendo al turista una diversa qualità relazionale e di incontro con il contesto locale, che esce dall’anonimato e dallo standardizzato. Tali esperienze rafforzano e consolidano i legami di una comunità, il senso di appartenenza alla cultura e alle tradizioni, ma nel contempo aprono all’incontro con l’altro. Non a caso questo modello, nato nel Friuli del dopo terremoto, per favorire il processo di ricostruzione e rivitalizzazione dei piccoli centri colpiti, evitandone l’abbandono, si è poi affermato in molte regioni, rappresentando un elemento distintivo e di qualità del made in Italy.
Si tratta di un turismo che non cementifica, anzi richiede di preservare e restaurare la delicata struttura urbana dei luoghi, di sviluppare una rete fra soggetti diversi per potenziare tutte le risorse presenti, garantendo uno sviluppo socio-economico che non snatura il territorio e le relazioni fra le persone, ma ne valorizza storia, cultura e costumi. In tal senso, questa esperienza, che nel Veneto sembra non aver trovato alcuna opportunità di realizzazione, può rappresentare una proposta interessante ed una sfida raccoglibile per un territorio come quello dell’isola di Pellestrina. In esso sono presenti tutte le condizioni per sviluppare l’ “Albergo diffuso”, mettendo in rete, in uno scenario di impagabili bellezze naturali, preziose sinergie fra soggetti e risorse, in grado di garantire capacità ricettiva, ospitalità, pesca turismo, qualità ambientale, dando vita ad un modello proprio e originale, garante di uno sviluppo compatibile con il delicato equilibrio ambientale e sociale, che connota la vita dell’isola.
Paolo Bonafè Laboratorio Venezia