In cento anni la nostra società ha subito profonde trasformazioni, che hanno visto il complesso passaggio dalla società rurale, a quella industriale, fino alla cosiddetta società postmoderna.
Questi cambiamenti, che investono aspetti economici, sociali e culturali, hanno avuto come esito, fra gli altri, l ’abbandono delle campagne a favore di un imponente processo di inurbamento, che ha comportato la crescita caotica delle aree urbane, con alti costi di impatto ambientale. Ma anche questo fenomeno ha avuto una battuta d’arresto, perché le persone hanno iniziato a lasciare le grandi città, spinte dalla necessità di recuperare, sotto il profilo delle relazioni e del rapporto con la natura, dimensioni di vita a misura d’uomo. In tale contesto, si sta affermando, proprio in questi ultimi anni, un nuovo interesse per la campagna e il mondo agricolo nel suo complesso, non solo come opportunità di svago e relax, ma come proposta praticabile di vita. A fronte della crisi del modello consumistico, quale unico paradigma di sviluppo, è stata superata la visione, che considerava il mondo agricolo come una realtà arretrata sotto il profilo socio-economico. Il ritorno alla campagna non rappresenta sicuramente un evento di massa, riguarda invece percorsi biografici individuali, però indicativi di un’ emergente cultura, attenta alla produzione biologica, al recupero delle biodiversità, al mercato dei prodotti a Km 0. Ma oggi si rende necessario un investimento strategico, che recuperi e tuteli la nostra tradizione agricola e nel contempo la rinnovi con tecnologie rispettose dell’ambiente. Potrà diventare così concreto richiamo e opportunità di vita e di lavoro per molti giovani.
Paolo Bonafè Presidente www.laboratoriovenezia.it