Si tratta di una delle ultime definizioni sociologiche, riferita ad una generazione che si trova schiacciata in modo pressante fra due aree di bisogno, quella di cura e assistenza, espressa dai genitori ormai anziani e quella di sostegno ed aiuto economico, manifestata dai figli, impossibilitati ad emanciparsi dal nucleo familiare di origine. La generazione sandwich, oggetto di attenzione da parte dello stesso presidente Obama, in Italia presenta una connotazione propria e riguarda la generazione fra i 55 e i 65 anni, con una particolare caratterizzazione al femminile. E’ quindi sulle donne – per la funzione di caregiver loro storicamente attribuita – che questa pressione pesa maggiormente: le cause sono rintracciabili nell’allungamento medio della vita, nella cronica carenza di servizi sociali, nella grave crisi economica. Ognuno di questi fattori, o un mix degli stessi, costringe questa generazione a fronteggiare le richieste di cura dei genitori e addirittura dei nonni, di mantenimento dei figli e di accudimento dei nipoti. Questa analisi non è volta a negare il valore imprescindibile del patto di solidarietà, che deve legare le generazioni fra loro, ma piuttosto evidenzia come questo patto, per realizzarsi pienamente nell’attuale società, non possa trovare risposta nel recupero del modello ottocentesco della famiglia patriarcale. A fronte della fisiologica crisi del Welfare State, il nuovo modello che si sta imponendo, il cosiddetto Welfare di Comunità, non deve confondere l’attuazione del principio di sussidiarietà con la rinuncia all’assunzione delle responsabilità da parte dello Stato, trasferendo i carichi di cura e assistenza sulle famiglie.
Paolo Bonafè presidente www.laboratoriovenezia.it