In questa calda estate uno dei temi di scontro istituzionale e’ se il traffico crocieristico deve gravitare ancora sulla Marittima o essere trasferito a Marghera. Non conoscendo la fonte che suggerisce al Sindaco la soluzione Marghera, da tecnico del settore e responsabile tecnico ispettivo di una societa’ di navigazione esorto fortemente coloro, che ipotizzano la soluzione Marghera, di fare tutta una serie di valutazioni legate, in primis al sovraffollamento del canale dei petroli, che gia’ oggi richiede la entrata ed uscita in convoglio delle navi (e gia’ ora la necessita’ di allargamento e scavo del canale Vittorio Emanuele) e al fatto che a Venezia arrivano diverse tipologie di navi: passeggeri , RO-RO, cargo e porta contenitori; le prime ormeggiano in MARITTIMA, le altre a Portomarghera.
Se gli estimatori della soluzione Marghera entrassero abitualmente nell’area commerciale delle banchine di PortoMarghera si renderebbero subito conto che non si possono far convivere i passeggeri che discendono dalle navi con gli “odori” che si respirano in banchina e con le frenetiche ( e alle volte pericolose) operazioni commerciali di carico-scarico dei RO-RO, senza considerare lo tesso traffico di un area commerciale.
Inoltre, visto che i turisti dovrebbero venire trasportati a Venezia e una nave trasporta mediamente circa 3000 passeggeri, vorrebbe dire che il Ponte della Liberta,’ sarebbe intasato di bus 365 giorni l’anno con relativo inquinamento.
Quindi se nel passato e’ stata identificata l’area della Marittima come porto passeggeri e’ perche’ la stessa logisticamente e’ la migliore. Nel tempo, inoltre, sono stati investiti centinaia di milioni di euro per attrezzare i terminal portuali e le banchine della marittima, oltre che attrezzare servizi di collegamento nautici idonei allo smaltimento del traffico crcieristico, senza parlare della costruzione del People Mover che ha appunto una stazione in marittima e la prevista costruzione del parcheggio in marittima da 2500 posti auto.
Per quanto concerne il tema inquinanamento e’ opportuno sapere che le navi da crociera utilizzano combustibili con bassissimo tenore di zolfo e le normative della Autorita’ Marittima e della Port Autority richiedono che le navi in banchina debbano tenere i motori fermi. Inoltre il Porto di Venezia ha in realizzazione un avvenierstico sistema di alimentazione da terra delle navi grazie a centraline alimentate da motori elettrici ad accumulatori
Quindi, visto oramai le acclarate risposte tecniche agli ambientalisti da parte di Arpav ed istituti di analisi della qualita’ dell’aria, che smontano le varie argomentazioni legate all’ inquinamento e alla sicurezza, restano in campo solo le argomentaziini estetiche, quali unica arma di contrasto ed opposizione a questa primaria attivita’ economica cittadina.
Mi sembra che in questa direzione vi siano varie proposte in campo; quella dell’Autorita’ Portuale con l’adeguamento del canale Sant’Angelo-Contorta, che meno mi convince o quella dell’adeguamento dei canali dell’Orfano – Fasiol dietro la Giudecca. Tutte le proposte in campo da tempo raggiungono l’obbiettivo di far arrivare le navi in Marittima senza passare davanti al Bacino San Marco.
Cittadini quindi accontentati e turisti comunque appagati della visione del bacino.
Se proprio non si vuole nemmeno questo, allora interessante sarebbe la soluzione del porto off shore. Questa soluzione avrebbe il vantaggio di poter finalmente avviare una politica di controllo dei flussi turistici crocieristici diversificando la struttura economica cittadina che vede gravare la maggior parte degli arrivi in area Marciana dal Canal Grande, con riduzione quindi del moto ondoso in quel canale e potendo utilizzare un numero di mezzi di dimensione superiore (magari anche hovercraft) che proveniendo dalla bocca di porto arrivino in area bacino ma anche dietro le fondamente nuove e verso Burano e Murano, riducendo la ressa sui mezzi Actv.
Auspico quindi che gli enti preposti si siedano attorno ad un tavolo senza dietrologie, valutando bene gli impatti negativi che gia’ questa cattiva pubblicita’ porta alla attivita’ economica crocieristica, tenendo ben presente che gli Armatori potrebbero trovare una soluzione alternativa a Venezia, magari su Ravenna e Trieste, trasportando i turisti su bus a Venezia, impoverendo ulteriormente il tessuto economico cittadino. Come ben sappiamo sono migliaia i posti di lavoro in bilico in una fase di grave crisi economica come questa e non possiamo permetterci di fare scelte sbagliate.