L’azione di abbattimento di centinaia di alberi del Lido per la risistemazione del Gran Viale S.M.Elisabetta, mi vede pienamente aderire alla battaglia delle associazioni che su questo tema si sono mobiliate. Molteplici sono le motivazioni di questa civile protesta : il Lido ha una sua fisionomia e gli alberi del Gran Viale sono una parte di questo habitat; l’insensata sostituzione degli attuali alberi, comporterebbe un’attesa di anni per ottenere una loro crescita significativa e un’adeguata ombreggiatura; la caduta della Giunta Orsoni deve essere segno della chiusura della stagione dei progetti calati dall’alto in assenza una progettazione partecipata con i cittadini. Per il territorio del Lido è necessario avviare un processo di co-progettazione per evitare il riprodursi di interventi che, fino ad oggi, hanno avuto impatti pesantemente negativi e che per questo vale la pena qui ricordare: il Blue Moon, il buco del Palazzo del Cinema, il terminal e il piazzale di S.M.Elisabetta, le piste ciclabili di via Malamocco, il piano del traffico che prevede restringimenti di carreggiata e l’ anomala funzione dei bus quali rallentatori di velocità. Desidero sottolineare che va posta fine alla logica per cui si devono realizzare opere in funzione ai finanziamenti Bei ottenuti che altrimenti si perderebbero; se le risorse finanziarie sono utilizzabili solo per la realizzazione di progetti sbagliati, bisogna individuare strategie per cambiarne la destinazione e d’uso, o dobbiamo rinunciarci, piuttosto che deturpare definitivamente il profilo dell’Isola. Il progetto che prevede l’abbattimento degli alberi del Gran Viale è, nello specifico, motivato dai progettisti con la necessità del taglio delle radici per la posatura del nuovo sistema fognario, ma non è forse possibile trovare misure di contenimento delle stesse? Il diradamento degli alberi, due filari, invece di quattro, non valorizza di certo il viale che, invece, potrebbe beneficiare di invertenti meno drastici: la cura dell’arredo urbano, il rifacimento della pavimentazione dei marciapiedi (ora quando piove vi sono pozzanghere enormi) e del manto stradale, magari con un lastricato che favorisca la trasformazione della carreggiata in isola pedonale per favorire la realizzazione di eventi. Per trovare una soluzione estetica è sufficiente recarsi agli Alberoni e percorrere la bellissima strada pedonale che, dal terminal ferry boat porta in via Droma: strada e marciapiede, fruiti forse da pochi, ma progettati in modo intelligente e costruiti con materiali belli e durevoli. Non serve andare lontano per recuperare idee e soluzioni sicuramente replicabili.
Paolo Bonafe’
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