Ci apprestiamo, nel prossimo mese di giugno, ad andare alle urne per il rinnovo anche di moltissime amministrazioni provinciali: l’ente Provincia, da anni, è al centro di un dibattito nazionale che, di volta in volta, ne evidenzia il ruolo cruciale, nel sistema di governo dei territorio, o ne sottolinea l’inutilità, quale cascame di una concezione burocratica dello Stato. Una riflessione sulla funzione di questo Ente locale può, pertanto, fornirci di maggiore consapevolezza nel nostro ruolo di elettori. In questo ci supporta la normativa, che attribuisce alla Provincia una preziosa funzione di raccordo fra la fase di programmazione, competenza propria della Regione, e quella di gestione, di cui sono titolari i Comuni. La legislazione italiana, infatti, ha attribuito agli Enti locali, un assetto caratterizzato da autonomia con competenze differenziate, promuovendo, nel contempo, forme di governo associate ed integrate. Nel complesso scenario territoriale, l’azione di coordinamento della Provincia si esprime, nel rispetto del principio di sussidiarietà verticale, attraverso azioni di pianificazione degli interventi, garantendo funzioni di interesse sovra comunali, denominate di “area vasta”, garantendo, in ambiti che richiedono governo ed integrazione di politiche diverse, economie di scala, ma anche il superamento del rischio di frammentazione degli interventi e di marginalizzazione dei territori più periferici. Il livello di governo espresso dalla Provincia diviene, pertanto, strategico nella prospettiva di un processo di riequilibrio a sostegno dei singoli comuni e cruciale nella promozione dello sviluppo locale.
Paolo Bonafè
Presidente Laboratorio Venezia