Il Natale è l’evento straordinario di Dio che si fa uomo, entra nella storia dell’umanità e si fa compagno di strada di ciascuno di noi.
Questo, per i cristiani, sta a significare che, in qualsiasi momento dell’esperienza umana, ma in special modo in quelli di maggiore sofferenza, in cui ci si trova a fare i conti con la fatica, il dolore, l’angoscia, l’amarezza, l’uomo non è abbandonato, ma, nella consapevolezza che Gesù si è fatto attraversare da tutte queste dimensioni, sente che non è lasciato solo ad affrontarle, perché Dio lo sostiene e l’accompagna.
E’ questa la gioia profonda, che scaturisce dal mistero del Natale a cui noi cristiani siamo stati poco fedeli, trasformando questo giorno in un fatto commerciale e consumistico, dove anche l’augurio che ci scambiamo è spesso connotato da una ritualità superficiale e frettolosa. Il recupero del senso della nascita di Gesù è da trovare nell’essenza del suo messaggio di pace e d’amore, rivolto a tutti gli uomini di buona volontà, senza alcuna distinzione di razza, genere, appartenenza sociale e culturale. Ritrovare il senso del Natale,pertanto, non è recuperare radici e identità, per differenziarci da qualcuno, ma è scoprire l’universalità del messaggio d’amore di Dio, che ci ha fatto tutti, indistintamente, suoi figli. Se in questi giorni di festività, davanti al presepe, riuscissimo a volgere lo sguardo al Bambinello, con una diversa consapevolezza, il messaggio d’amore, che si irradia dalla capanna di Betlemme al mondo intero, potrebbe trasformare i cuori di ciascuno e rendere migliore l’anno nuovo, che sta per arrivare.
Paolo Bonafè e Francesca Vingiani