Necessita un nuovo piano di sviluppo per il Lido
Necessita un nuovo piano di sviluppo per il Lido L’attuale situazione del Lido è quella di un territorio gravemente danneggiato dove progetti faraonici, miseramente falliti, hanno lasciato impatti pesanti in termini ambientali e di degrado urbano. E’ sotto gli occhi di tutti l’assoluto stato di abbandono e fatiscenza dell’area dell’ex Ospedale al Mare e la situazione del buco del Palazzo del Cinema che ha ulteriormente subito, con l’ultimo atto di questa consigliatura comunale, la sottrazione delle risorse economiche, previste per il suo recupero, a favore la terraferma (vedi MOF). Questo fallimento complessivo, ha fatto naufragare le opere di riqualificazione – i Lungomari D’Annunzio e Marconi, il nuovo parcheggio e terminal di San Nicolò – che sarebbero dovute rientrare negli interventi di compensazione, previste dal progetto complessivo di Est Capital. Pertanto, assistiamo alla situazione di un territorio sotto scacco, paralizzato dal fallimento delle grandi opere, ma anche dall’assenza di un piano ordinario di riqualificazione urbana: manti stradali dissestati, marciapiedi sconnessi, attraversamenti pedonali pericolosi, perché privi di quei requisiti di sicurezza che caratterizzano, invece, quelli della terraferma veneziana. Le spiagge più famose hanno gli arenili da ripasciare e la gestione degli stessi impianti balneari viene affidata a ditte che non prevedono investimenti, ma operano in regime di risparmio: le proteste della clientela, che hanno caratterizzato l’avvio di stagione, ne sono una dimostrazione palese. Gli interventi sul terminal e sul Piazzale S.M. Elisabetta – quest’ultimo resta ancora un’incompiuta- sono stati realizzati senza un percorso partecipativo con i cittadini che, in questi giorni, protestano legittimamente nei confronti di questo modello di gestione del territorio che sta per replicarsi con la ristrutturazione del Gran Viale e con l’ ipotesi di taglio di tanti alberi. Questo cahier de doléance è dimostrativo dell’ indispensabilità di un intervento complessivo e prospettico e non più procrastinabile, sia sul Lido che su Pellestrina, per liberare le enormi potenzialità di questi territori che, a partire dalla sinergia delle loro specificità, potrebbero diventare un polo turistico internazionale di grande valore. Diventa necessario un investimento progettuale straordinario che metta insieme risorse imprenditoriali e intellettuali, competenze manageriali e il contributo di associazioni e di cittadini, per ridisegnare il presente e il futuro di queste isole di impagabile bellezza . Un progetto, quindi, che deve rientrare in grande piano internazionale di risanamento e di sviluppo di questa città, lontano dagli interessi speculativi che si sono succeduti in questi decenni, per valorizzare questo territorio, autentico bene dell’umanità
. Paolo Bonafe ‘
Componente della Direzione Comuna del Pd di Veneziao progetti
Stop all’ abbattimento degli alberi in Gran Viale
L’azione di abbattimento di centinaia di alberi del Lido per la risistemazione del Gran Viale S.M.Elisabetta, mi vede pienamente aderire alla battaglia delle associazioni che su questo tema si sono mobiliate. Molteplici sono le motivazioni di questa civile protesta : il Lido ha una sua fisionomia e gli alberi del Gran Viale sono una parte di questo habitat; l’insensata sostituzione degli attuali alberi, comporterebbe un’attesa di anni per ottenere una loro crescita significativa e un’adeguata ombreggiatura; la caduta della Giunta Orsoni deve essere segno della chiusura della stagione dei progetti calati dall’alto in assenza una progettazione partecipata con i cittadini. Per il territorio del Lido è necessario avviare un processo di co-progettazione per evitare il riprodursi di interventi che, fino ad oggi, hanno avuto impatti pesantemente negativi e che per questo vale la pena qui ricordare: il Blue Moon, il buco del Palazzo del Cinema, il terminal e il piazzale di S.M.Elisabetta, le piste ciclabili di via Malamocco, il piano del traffico che prevede restringimenti di carreggiata e l’ anomala funzione dei bus quali rallentatori di velocità. Desidero sottolineare che va posta fine alla logica per cui si devono realizzare opere in funzione ai finanziamenti Bei ottenuti che altrimenti si perderebbero; se le risorse finanziarie sono utilizzabili solo per la realizzazione di progetti sbagliati, bisogna individuare strategie per cambiarne la destinazione e d’uso, o dobbiamo rinunciarci, piuttosto che deturpare definitivamente il profilo dell’Isola. Il progetto che prevede l’abbattimento degli alberi del Gran Viale è, nello specifico, motivato dai progettisti con la necessità del taglio delle radici per la posatura del nuovo sistema fognario, ma non è forse possibile trovare misure di contenimento delle stesse? Il diradamento degli alberi, due filari, invece di quattro, non valorizza di certo il viale che, invece, potrebbe beneficiare di invertenti meno drastici: la cura dell’arredo urbano, il rifacimento della pavimentazione dei marciapiedi (ora quando piove vi sono pozzanghere enormi) e del manto stradale, magari con un lastricato che favorisca la trasformazione della carreggiata in isola pedonale per favorire la realizzazione di eventi. Per trovare una soluzione estetica è sufficiente recarsi agli Alberoni e percorrere la bellissima strada pedonale che, dal terminal ferry boat porta in via Droma: strada e marciapiede, fruiti forse da pochi, ma progettati in modo intelligente e costruiti con materiali belli e durevoli. Non serve andare lontano per recuperare idee e soluzioni sicuramente replicabili.
Paolo Bonafe’
recapito: 3480920240
web: www.paolobonafe.it
QUALE FUTURO SINDACO DI VENEZIA
La cronaca cittadina riporta, in questi giorni, il susseguirsi di incontri e conferenze stampa, promosse da soggetti che, protagonisti della recente consigliatura, desiderano ripresentarsi alla città come portatori di proposte innovatrici.
Questo, a fronte degli ultimi atti dell’ amministrazione comunale uscente e al procedere dell’inchiesta della magistratura che potrebbe aprirsi a ulteriori sviluppi, facendo alzare la soglia di attenzione in ambiti forse ad oggi inesplorati.
La politica ha dimostrato un suo fallimento complessivo poichè, se da un lato si è evidenziato un sistema corruttizzio che interessa soprattutto gli ambiti regionali, nazionali e delle istituzioni, dall’ altro si è mostrato anche il fallimento del sistema di controllo, di quanti dovevano contrastare l’emergere del malaffare.
Su tutto questo si evidenzia come mediaticamente i riflettori siano aperti su Venezia e più in ombra resti la Regione e come, parallelamente, l’indagine sul Sindaco, di minore gravita’ rispetto ad altre indagini, sia enormemente più pubblicizzata, rispetto a quella che interessa esponenti di spicco della Regione Veneto, tra i quali il suo ex Presidente.
Venezia, patrimonio dell’ umanita, è una città mondiale e oggi piu’ di ieri, alla sua guida è necessario porre un personalità di grande caratura nazionale e, oserei dire, addirittura internazionale, che coauguli intorno a sè le migliori risorse intellettuali e manageriali per costruire una nuova proposta di sviluppo di questa città.
Il panorama cittadino non sembra oggi dotato di figure così di spicco, ma è proprio compito della politica definire il profilo della persona idonea a rivestire questo ruolo ed individuarla e ritengo che il Partito Democrtico, per la responsabilità al quale e’ stato chiamato, con il consenso raggiunto alle votazioni europee, questo compito lo debba sentire maggiormente.
Le attuali vicende non devono annullare il ruolo prezioso che la politica è chiamata a svolgere, ma esigono un rinnovamento radicale, attraverso la sostituzione di quanti si sono dimostrati incapaci nel controllare e denunciare il malaffare.
La città di oggi risulta imbarbarita ed impoverita, la sua economia è determinata da piccoli interessi di bottega e i finanziamenti per la sua salvaguardia sono stati rubati dalla cricca. Il tema della Sicurezza e’ diventato primario su Mestre.
Siamo chiamati a costruire un nuovo rinascimento in cui cultura e turismo siano la cabina di regia e di trascinamento delle politiche economiche cittadine ( se non lo facciamo a Venezia dove possiamo farlo?), ma anche di quelle legate alla mobilita’, al commercio, alle attivita’ produttive e alla pianificazione strategica; tutti assessorati poco valorizzati nel recente passato (alcuni di questi utilizzati per la compensazione politica tra i partiti) e che non sono stati messi in grado di fare networking tra loro.
Tutto questo, unitamente al progetto di realizzazione di una vera green economy per le aree industriali di Portomarghera, deve divenire il fulcro della economia e dello sviluppo della Venezia futura. Il Mondo ci osserva, ma anche i nostri figli, non deludiamoli un’ altra volta.
Paolo Bonafe’
Componente la Direzione Comunale del PD di Venezia
questione etica
Dopo la clamorosa ed inattesa sconfitta di Padova e al risultato elettorale delle amministrative dopo i ballottaggi, il Partito Democratico Veneto ha avviato, al proprio interno e a tutti i livelli, una profonda analisi rispetto alla situazione a partire dai dati, anche contraddittori, che hanno caratterizzato la competizione europea e le elezioni amministrative.
Questa analisi critica è resa ancora più urgente dalla vicenda veneziana.
Per quanto concerne lo scandalo Mose, dalle indagini che interessano alcuni esponenti del PD, emerge che le accuse a loro ascritte riguardano finanziamenti illeciti a loro versati e non dichiarati. Accuse di ben altro tenore rispetto a quelle che interessano invece esponenti di altri partiti, i quali sembra abbiano percepito finanziamneti illeciti in modo costante per condizionarli nella loro funzione pubblica.
Chiaramente si deve rispettare l’azione della Magistratura e per tutti deve valere la presunzione di innocenza; dato però che il Partito Democratico pone particolare attenzione alla questione etica, tutti noi esigiamo che mai più iscritti o dirigenti del PD mettano in simile situazione di imbarazzo e disorientamento i militanti e i milioni di simpatizzanti.
Dobbiamo ricostruire condizioni forti, perché la fiducia e il consenso che abbiamo saputo costruire intorno alla nostra proposta politica, non vadano bruciati a causa del comportamento irresponsabile di pochi.
Oltre all’approvazione di documenti che, stigmatizzando quanto è accaduto a Venezia, ribadiscono la centralità dei principi di trasparenza, autonomia, sobrietà,, è necessario avviare una concreta azione rinnovatrice, coerente con le direttrici politiche ed operative di Matteo Renzi.
Dobbiamo dare spazio, a tutti i livelli territoriali, ad una nuova classe dirigente che non abbia compromissioni con stili e pratiche non più accettabili, a fronte della richiesta di legalità e trasparenza che il Paese pone.
Così deve avvenire anche in questo territorio dove, da troppi anni, lo scenario del potere è occupato dagli stessi protagonisti..
Dobbiamo essere capaci di agire questo forte rinnovamento per ritornare ad essere credibili per i cittadini di questo territorio; dobbiamo chiedere a tutti coloro che sono coinvolti nelle indagini di farsi da parte nel rispetto dei militanti e dei milioni di italiani che ci hanno consegnato, attraverso il consenso elettorale, la loro speranza di rinnovamento e cambiamento, anche perchè quello che accade a Venezia non rimane circoscritto a questa città, ma le vicende cittadine diventano presto argomento di discussione nazionale e mondiale, come facilmente dimostrabile consultando in questi giorni i mass-media
Paolo Bonafe
Componente Direzione Comunale Venezia.
ESITO DEL VOTO E NUOVE PROSPETTIVE
L’importante affermazione del Partito Democratico alle elezioni Europee, non rappresenta una sicurezza per le sfide elettorali che nel 2015 ci attendono a Venezia e nel Veneto: si tratta infatti di elezioni amministrative che prevedono, fra l’altro, un diverso sistema elettorale e mettono in campo attori diversi. A sostegno di questo mio ragionamento, porto come esempio il recente comportamento degli elettori nelle elezioni amministrative del nostro territorio, pur contemporanee alle europee. Prendiamo i casi di Scorzè e di tanti comuni della nostra Provincia dove si andrà al ballottaggio, o il caso di Padova dove il nostro candidato, Rossi, andrà al ballottaggio contro il candidato della Lega, Bitonci cui, all’avvio della campagna elettorale, non si sarebbe attribuita una simile chance. Lo scenario espresso dai nostri territori non va sottovalutato e ci offre dati, non del tutto in linea, con la straordinaria maggioranza ottenuta dal Pd nelle europee a livello regionale(una media del 42% dei consensi). Si tratta di esiti che devono interrogarci e renderci consapevoli che il successo nazionale è dovuto al richiamo politico della figura di Matteo Renzi e alla sua concreta volontà di cambiamento: 1) la capacità di rinnovare linguaggi e metodi politici (basti solo pensare all’impatto mediatico di aver candidato tutte donne quali capilista nelle varie circoscrizioni); 2) l’aver legato queste elezioni ad una nuova speranza per l’Italia (contrapponendo questa ad un’altra emozione che è la paura, evocata da altri partiti); 3) la determinazione nell’affermare la qualità e l’incisività della nostra presenza in Europa per portare un cambiamento di rotta alle politiche, soprattutto a quelle economiche 4) le manovre messe in campo sulla spesa pubblica e sulla farraginosa macchina dello Stato, che hanno già permesso il recupero di risorse a favore delle famiglie e del ceto medio. 5) l’impego preso con gli Italiani di sburocratizzare lo Stato e di intervenire sul tema lavoro a difesa dei piu’ deboli Sono questi fatti che hanno portato gli Italiani a votare PD il 25 maggio, nella speranza e nel convincimento che un’altra Italia sia concretamente possibile. Questa analisi viene suffrgata anche da sondaggi di Bimediasondaggi che circolano in rete (vedi Bidimedia) e che spiegano come il 10% degli elettori ha votato il PD perché guidato da Renzi, che i maggiori elettori del PD sono le donne e che anche gli imprenditori ed autonomi hanno preferito il PD. Questi fattori, vincenti sul piano nazionale, non saranno automaticamente trasferibili come elementi di forza per aggiudicarsi il voto alle amministrative 2015. Qui peserà sicuramente il ruolo che gli enti locali si sono dovuti assumere come esattori, fissando alte tassazioni per garantire l’erogazione dei servizi, ma anche si giocherà la capacità di dare risposta alla profonda richiesta di rinnovamento dei cittadini e di elaborare strategie e proposte concrete di intervento. Su questa partita, il PD locale, a partire dalle importanti indicazioni offerte dagli esiti del 25 maggio, deve avviare un immediato confronto, in primis, al proprio interno, ma anche e con urgenza, con la pluralità degli interlocutori di sistema e i cittadini, per elaborare un progetto condiviso per Venezia e il Veneto, capace di dare risposte alla crisi economica e sociale che stiamo vivendo e di ridisegnare il futuro del nostro territorio. Paolo Bonafè Componente Direzione Comunale PD Venezia
carceri ed indulto
il Presidente della Repubblica e il Governo hanno riacceso la attenzione verso il problema carceri. Questo deve essere colto per quello che rappresenta e cioe’ la evidenziazione di un problema che in Italia sta assumeto aspetti drammatici per la miriade di suicidi tra i detenuti e anche tra le guardie carcerarie dove altissima e’ la percentuale di malattie legate allo stress e a disturbi della psiche. Voler forzare la mano attribuendo questa apertura di attenzione con il caso giudiziario di Berlusconi e’ rendere un danno a coloro che da anni si battono per i diritti di chi ha sbagliato ed e’ in cacere per redimersi e per scontare una pena ma che nella stragrande maggioranza dei casi e cioe’ i reati minori deve avere la possibilita’ di farsi una nuova vita dopo il carcere. Visto che molte volte per reati minori si scontano anni di crcere e visto che molte volte il carcere peggiora le persone piuttosto che rieducarle, avere altre forme di detenzione o di rieducaziine puo’ essere un vantaggio economico per lo stato e una nuova possibilita,’ per il detenuto. Prevedere poi che per gli immigrati sia previsto di essere accompagnati a trascorrere la loro detenzione nei loro paesi di origine diviene poi un deterrente anche per quella immigraziine aggressiva e violenta che non si rifa’ ai principi della richiesta di asilo
agibilita’ politica e le vere emergenze dell’Italia
Le notizie che in questi giorni si rincorrono sono fondamentalmente legate al fu uro politico e giudiziario di Berlusconi. E’ veramente anacronistico arlare di futuro politico legando questa parola alle vicende di un settantenne e questo e’ un limite della politica italiana e dello schieramento di centrodestra che non riesce a trovare un leader che prenda in mano le redini politiche di una larga fetta di elettorato che oggi si riconosce in Berlusconi e nel Suo partito.
Purtroppo pero’ la vera emergenza che l’Italia vive oggi non e’ quella legata alle vicende giudiziarie del Cavaliere e alla sua ” agibilita’ politica” ma alla purtroppo grave crisi che da almeno cinque anni sta facendo rotolare l’Italia in una depressione economica che va oltre alla recessione. Stiamo perdendo tutta una serie di certezze di diritto e di sicurezze economiche trascinandoci sempre piu’ verso un baratro che diciamo di poter evitare ma che purtroppo e’ ben presente e ben evidenziato da autorevoli analisti. Basti solo pensare ad un nuovo scenari di guerre che ol tre portare morte e distruzione potrebbe aggravare la gia’ grave crisi economica con riflessi pesanti anche in Italia. Quindi cisa fare? Il Papa ci sta guidando verso una nuova evangelizzazione parlando di semplicita’, solidarieta’ , di ritorno alla etica e alla vera valorizzazione dei beni di cui abbiamo bisogno rifuggendo dalla ricchezza facile e dal consumo sfrenato. Dopo le grandi guerre che hanno messo in ginocchio l’Italia, quella che si che si e’ dimostrata la forza degli italiani e’ stata la Solidarieta’ unita al coraggio e al saper coltivare il sogno di saper ripartire dal nulla con la fiducua della rinascita e della crescita. Valori che gli italiani riscoprono dopo grandi calamita’ dove perdono tutto e da dove con forza ripartono solidali tra loro. Ecco, secondo me bisognafinire con questa stagione del Berlusconismo che ci ha fatto pensare che tutto fosse semplice,manche fare i deputati, bastava essere amici dei potenti
mantenere la crocieristica a Venezia
In questa calda estate uno dei temi di scontro istituzionale e’ se il traffico crocieristico deve gravitare ancora sulla Marittima o essere trasferito a Marghera. Non conoscendo la fonte che suggerisce al Sindaco la soluzione Marghera, da tecnico del settore e responsabile tecnico ispettivo di una societa’ di navigazione esorto fortemente coloro, che ipotizzano la soluzione Marghera, di fare tutta una serie di valutazioni legate, in primis al sovraffollamento del canale dei petroli, che gia’ oggi richiede la entrata ed uscita in convoglio delle navi (e gia’ ora la necessita’ di allargamento e scavo del canale Vittorio Emanuele) e al fatto che a Venezia arrivano diverse tipologie di navi: passeggeri , RO-RO, cargo e porta contenitori; le prime ormeggiano in MARITTIMA, le altre a Portomarghera.
Se gli estimatori della soluzione Marghera entrassero abitualmente nell’area commerciale delle banchine di PortoMarghera si renderebbero subito conto che non si possono far convivere i passeggeri che discendono dalle navi con gli “odori” che si respirano in banchina e con le frenetiche ( e alle volte pericolose) operazioni commerciali di carico-scarico dei RO-RO, senza considerare lo tesso traffico di un area commerciale.
Inoltre, visto che i turisti dovrebbero venire trasportati a Venezia e una nave trasporta mediamente circa 3000 passeggeri, vorrebbe dire che il Ponte della Liberta,’ sarebbe intasato di bus 365 giorni l’anno con relativo inquinamento.
Quindi se nel passato e’ stata identificata l’area della Marittima come porto passeggeri e’ perche’ la stessa logisticamente e’ la migliore. Nel tempo, inoltre, sono stati investiti centinaia di milioni di euro per attrezzare i terminal portuali e le banchine della marittima, oltre che attrezzare servizi di collegamento nautici idonei allo smaltimento del traffico crcieristico, senza parlare della costruzione del People Mover che ha appunto una stazione in marittima e la prevista costruzione del parcheggio in marittima da 2500 posti auto.
Per quanto concerne il tema inquinanamento e’ opportuno sapere che le navi da crociera utilizzano combustibili con bassissimo tenore di zolfo e le normative della Autorita’ Marittima e della Port Autority richiedono che le navi in banchina debbano tenere i motori fermi. Inoltre il Porto di Venezia ha in realizzazione un avvenierstico sistema di alimentazione da terra delle navi grazie a centraline alimentate da motori elettrici ad accumulatori
Quindi, visto oramai le acclarate risposte tecniche agli ambientalisti da parte di Arpav ed istituti di analisi della qualita’ dell’aria, che smontano le varie argomentazioni legate all’ inquinamento e alla sicurezza, restano in campo solo le argomentaziini estetiche, quali unica arma di contrasto ed opposizione a questa primaria attivita’ economica cittadina.
Mi sembra che in questa direzione vi siano varie proposte in campo; quella dell’Autorita’ Portuale con l’adeguamento del canale Sant’Angelo-Contorta, che meno mi convince o quella dell’adeguamento dei canali dell’Orfano – Fasiol dietro la Giudecca. Tutte le proposte in campo da tempo raggiungono l’obbiettivo di far arrivare le navi in Marittima senza passare davanti al Bacino San Marco.
Cittadini quindi accontentati e turisti comunque appagati della visione del bacino.
Se proprio non si vuole nemmeno questo, allora interessante sarebbe la soluzione del porto off shore. Questa soluzione avrebbe il vantaggio di poter finalmente avviare una politica di controllo dei flussi turistici crocieristici diversificando la struttura economica cittadina che vede gravare la maggior parte degli arrivi in area Marciana dal Canal Grande, con riduzione quindi del moto ondoso in quel canale e potendo utilizzare un numero di mezzi di dimensione superiore (magari anche hovercraft) che proveniendo dalla bocca di porto arrivino in area bacino ma anche dietro le fondamente nuove e verso Burano e Murano, riducendo la ressa sui mezzi Actv.
Auspico quindi che gli enti preposti si siedano attorno ad un tavolo senza dietrologie, valutando bene gli impatti negativi che gia’ questa cattiva pubblicita’ porta alla attivita’ economica crocieristica, tenendo ben presente che gli Armatori potrebbero trovare una soluzione alternativa a Venezia, magari su Ravenna e Trieste, trasportando i turisti su bus a Venezia, impoverendo ulteriormente il tessuto economico cittadino. Come ben sappiamo sono migliaia i posti di lavoro in bilico in una fase di grave crisi economica come questa e non possiamo permetterci di fare scelte sbagliate.
nuova newco per gestione ferryboat
Le lamentele sollevate dalla cittadinanza al servizio ferry boat di Actv sono purtroppo un problema che si ripete ciclicamente nei periodi di maggiore acceso alle isole di Lido e Pellestrina. Sull’ argomento mi sono speso in passato sia come amministratore che come utente e sono venuto ad una considerazione. Actv per sua vocazione, purtroppo, non viene gestita come una societa’ di navigazione ma come una normale societa’ di Tpl che ha anche un servizio di navigazione. Mi spiego meglio. Una societa’ di navigazione ha come obbiettivo migliorare il servizio e catturare sempre maggiore clientela, basa le sue azioni imprenditoriali per mettere in atto strategie che vadano nella direzione di catturare sempre maggiore traffico, ottimizzando i mezzi che impiega perché siano sempre piu’ efficenti e capaci. Se poi ha un cantiere di riparazione di proprieta’ la societa’ di navigazione cerca di ottimizzarlo cercando di razionalizzare le risorse ed organizzarle perché sia produttivo e magari realizzi degli utili, impiegandolo anche per le riparazioni e costruzioni di mezzi per conto terzi. Inoltre cura la logistica a terra perché i terminal che costruisce siano basati su criteri di efficenza, legata alla rapidita’ di caricazione e di capienza ( oltre curare anche aspetti legati al confort e alla accoglienza). Se vediamo invece il settore navigazione di Actv questo non risponde a questi presupposti, tanto meno risponde ai presupposti sopra citati il servizio ferryboat. Al Lido non esiste un terminal che si possa chiamare come tale. Via Selva e’ una via trasformata in terminal che pero’ paga due aspetti. Non e’ sufficientemente capiente nel tratto dalla biglietteria alla zona di carico per i nuovi ferryboat come il Lido di Venezia che trasportano piu’ mezzi e soprattutto l’imbarco degli autoveicoli incrocia una strada principale che ne rallenta l’imbarco. Nella precedente giunta Cacciari si era studiata una soluzione che prevedeva la creazione di un terminal con parcheggio all’interno dell’attuale campo sportivo ex lagunari utilizzato ora dalle giostre, ma la scelta della mministrazione Comunle di destinare quello spazio come deposito per i material di risulta della costruzione del Palazzo del Cinema ed ex area
Ospedale al Mare, ha fatto perdere quell’occasione e anche la possibilita’ dei
fondi che allora c’erano ed oggi non piu’. Altra soluzione ancora in campo
sarebbe quella di arretrare la biglietteria per allungare le due colonne di
imbarco su via Selva, ma sarebbe comunque una soluzione precaria. Quindi primo aspetto che una societa’ di navigazione avrebbe curato e’ il terminal, chiedendo gia’ nel passato la concessione delle aree direttamente al demanio e alla Agenzia del Ministero Difesa che cura la vendita delle aree ex
militari. Secondo aspetto che una societa’ di navigazione valuta nel suo piano industriale e’ quello che non sempre e’ necessario :avere mezzi nautici di
proprieta’ , che bisogna anche ammortizzare e nel tempo diventano superati dalle esigenze di mercato, ma che nel mercato navale ci possono essere mezzi che si possono noleggiare a “scafo nudo” ( e oggiper la crisi anche a buon prezzo), magari come implemento della flotta nei momenti di maggiore necesita’ di carico.
Terzo aspetto, una societa’ di navigazione applica il contratto dei
marittimi che prevede specifiche professionalita’ ma che ha anche dei costi
diversi. (sulle navi le manutenzioni di routine vengono effettuate dal personale imbarcato).
Quarto aspetto, una societa’ di navigazione opera sulla leva
delle tariffe per incentivare ed attirare clientela. Quindi la proposta
di esternalizzare il servizio ferryboat potrebbe essere una soluzione che va
nella direzione giusta fatte salve queste premesse.
Inoltre una societa’ privata puo’ operare sul mercato per studiare anche nuovi collegamenti, oltre a quello Lido Tronchetto. Allo scopo organizzai come Associazione Laboratorio Venezia di cui sono Presidente un partecipato convegno pubblico nel 2006 presso Hotel Hungaria, al cui tavolo dei relatori feci sedere amministratori di Actv, Vela, imprenditori e tecnici del settore e nel quale convegno furono proposti alcuni studi di fattibilita’ per la tratta Pellestrina Alberoni – Giare di Mira, e Pellestrina – Chioggia. Quest’ultimo collegamento realizzabile in tempi brevi e che aveva visto il favore della imprenditoria cantieristica locale, ma cassato dalla allora gestione manageriale della aziendale. Tutte linee che Permetterebbero di collegare le isole direttamente con la Romea by passando il ponte della Liberta’ e l’innesto sulla Romea.
Nota poi dolente le manutenzioni. Una societa’ di navigazione non puo’ permettersi di tenere una nave ferma piu’ di un mese, anche se sono previsti importanti lavori di ristrutturazioine o manutenzionene, perche’ la nave e’ la primaria fonte di guadagno e quando e’ ferma diventa solo una fonte di perdita economica e di costi di gestione. Per la mia esperienza trentennale nel settore., vi posso assicurare che i tempi di una sosta normale di un ferryboat Actv, che puo’ essere anche di parecchi mesi, una nave la effettua solo a seguito o a causa di una grave avaria .
Comprendendo le preoccupazioni dei lavoratori ritengo che anche la stessa ACTV potrebbe gestire meglio il servizio e renderlo redditizio. Non certamente con l’attuale struttura societaria ma creando una newco con imprenditori privati ed armatori, che abbia in carico non solo la gestione dei mezzi e del personale preposto, ma anche la manutenzione di quei mezzi. Con questa ipotesi i ricavi verrebbero introitati da Vela che gestirebbe la vendita dei titoli di viaggio tramite la propria rete di vendita utilizzando pero’ nuove metodologie e tecniche commerciali e Actv pagherebbe il servizio con uno storno di una quota del ricavato, concordando con la newco un costo standard legato alle corse effettuate o alle ore di moto o concordando un contratto di servizio.
Cordiali saluti
Cap. Paolo
Bonafe’
348.0920240