Un nuovo processo sta interessando tutto il territorio nazionale e riguarda il trasferimento, a Regioni ed Enti Locali, dei beni dell’Agenzia del Demanio.
L’elenco dei beni trasferibili non è ancora definitivo, perché in discussione nella competente commissione bicamerale e verrà pubblicato solo a fine luglio: si tratta di un patrimonio inestimabile, che comprende edifici di grande valore storico, musei e fari ma, soprattutto, aree naturalistiche, che rappresentano tesori inestimabili. Nel nostro territorio il trasferimento riguarderà, ad esempio, l’ex Forte di S. Erasmo, l’ex Poligono del tiro a segno a Murano, l’ex Caserma Pepe e gli arenili al Lido e l’isola di S. Angelo delle Polveri. Ma anche l’isola dell’Unione a Chioggia e le Dolomiti che fanno corona a Cortina d’Ampezzo.
Questa vicenda, se da un lato rappresenta l’esito di un percorso fortemente auspicato – perché vede le comunità riappropriarsi del proprio territorio di riferimento – dall’altro, apre alcune questioni di particolare criticità. Se Regioni, Province e Comuni sono chiamati a favorire “la massima valorizzazione funzionale” dei beni ricevuti, dall’altro potranno provvedere alla vendita di parte di essi per sanare il debito pubblico. Si apre così la strada ad una privatizzazione del territorio, che chiama in causa il rischio per il Paese di una nuova ondata di speculazione economica ed edilizia. Voci autorevoli segnalano il pericolo di una operazione finalizzata alla necessità di rimpinguare le casse pubbliche e l’allarme per un processo che nasconde, sotto la veste del federalismo demaniale, un percorso di progressiva alienazione dei beni pubblici.
Paolo Bonafè Presidente Laboratorio Venezia