Hydrogen Park a Marghera. Occasione da non perdere

L’utilizzo dell’idrogeno verde come fonte di energia e propellente è in via di sviluppo e ha potenzialità per imporsi anche in alternativa alla mobilità elettrica. Non solo su gomma ma anche nautica e perfino, a tendere, aeronautica. Può rappresentare una leva decisiva nella transizione energetica attraverso la catena del valore: produzione energia da rinnovabili à produzione idrogeno tramite elettrolisi à stoccaggio à utilizzo. Può risolvere l’annoso problema della irregolarità della produzione di energia da rinnovabili (grazie alla facilità di stoccaggio) e alleggerire l’impatto sulla rete elettrica dell’adozione massiva della mobilità elettrica. Vi sono sfide tecnologiche quali i costi dell’elettrolisi, le difficoltà di trasporto (per le alte pressioni del fluido necessarie), i costi operativi di produzione, un quadro normativo ad oggi complesso e contraddittorio, così come va prevista un’intelligente politica di incentivi.

Porto Marghera ha tutte le caratteristiche per divenire un hub sia per la ricerca e sviluppo sia per la produzione perché già oggi Hydrogen Park è un polo consolidato, che coinvolge player primari come Enel, Sapio, Vega, Venezia Tecnologie, Vinyls Italia, Berengo, SAE Impianti e Arkema e quindi la nostra città gode di un vantaggio competitivo che non va assolutamente disperso e che può avere ricadute in termini di creazione di posti di lavoro pregiati.

Giova sottolineare che il Governo Draghi, individuando l’idrogeno come uno dei perni della strategia per la transizione ecologica, ha stanziato da 3,19 miliardi per il settore di cui 500 milioni per la produzione di idrogeno in aree industriali, 160 milioni per la ricerca e 450 milioni addizionali per finanziare lo sviluppo tecnologico. Il settore ha peraltro una potenzialità tale da attrarre con la sola forza del modello di business investitori di prim’ordine. L’idrogeno, dunque, come soluzione per il futuro verde e come antidoto alla monocultura turistica. Non perdiamo l’occasione.

 

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Paolo Diprima – Delegato al Programma e alle Partecipate

 

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6 settembre 2024

TRASFERIAMO AD INSULA LA GESTIONE DELLE CASE PUBBLICHE ATER

E’ noto che una delle maggiori criticità del territorio veneziano è l’insufficienza degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, aggravata dall’elevato numero di alloggi sfitti, nonostante il forte fabbisogno di accedere ad appartamenti a canone agevolato, spesso l’unico modo per poter continuare a risiedere in una città dove la concorrenza turistica ha reso inaccessibile l’affitto a canoni di mercato.

Dagli ultimi dati al 31.12.2023, meritoriamente raccolti dall’Associazione OCIO ed elaborati da Azione, risulta che in Comune d Venezia il 25% degli appartamenti pubblici è sfitto, senza differenze sostanziali tra il Centro Storico (ove è pari al 23%) e la Terraferma (26%).

La percentuale di sfitto è però significativamente diversa tra i due grandi proprietari pubblici: ATER che possiede 5097 appartamenti, e il Comune di Venezia, che ne possiede 5338, dati in gestione da alcuni anni alla sua controllata Insula. Se infatti per le case pubbliche ATER lo sfitto sfiora il 30% (sia in Centro Storico che in terraferma), per il Comune/Insula la percentuale scende al 20%.

Quest’ultima percentuale non è indubbiamente accettabile rispetto ad un fabbisogno sociale così critico, ma è pur vero che se lo sfitto nelle case ATER fosse al livello di quelle di Comune/Insula vi sarebbero circa 500 appartamenti disponibili nell’intero Comune, di cui 250 nel solo Centro Storico.

Colpisce anche il diverso trend negli ultimi due anni, nei quali il numero di appartamenti sfitti di ATER è aumentato di circa il 20%, mentre quello di Comune/insula è rimasto pressoché invariato.

La snellezza operativa assicurata da una società di diritto privato, seppur a controllo pubblico come Insula, consente oggettivamente una maggior rapidità di intervento rispetto ad un ente pubblico come ATER, ma quel che più rileva è la continua pressione da parte della cittadinanza e dei suoi rappresentati politici verso il Comune di Venezia per un miglioramento dei servizi di una società da esso controllata, molto maggiore rispetto a quella esercitabile verso un ente a controllo regionale.

La gestione dell’edilizia residenziale pubblica su base provinciale, come quella affidata all’ATER, ha un senso per Comuni piccoli e medi che non sono in grado di attivare un’autonoma struttura atta a realizzare gli interventi edilizi sugli alloggi e di curare gli adempimenti amministrativi con gli inquilini.

Ma non è questo il caso del Comune di Venezia dove da alcuni anni la gestione integrale dei servizi di edilizia residenziale pubblica è affidata alla sua società controllata Insula, che svolge anche le attività istruttorie per la formazione delle varie graduatorie utili all’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare compresi quelli di proprietà ATER, in raccordo con i servizi sociali del Comune.

E’ quindi evidente la sinergia, in termini di minori costi e maggior efficienza dei servizi ai cittadini, che deriverebbe dall’accentramento su Insula della gestione dell’intera residenza pubblica ubicata nel Comune di Venezia, come proposto nel Programma di Azione, canalizzando verso questa società tutti i finanziamenti (europei, nazionali, regionali e comunali) disponibili per questo settore.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Paolo Diprima – Delegato al Programma ed alle Società partecipate

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5 settembre 2024

Agrivoltaico di Cà Solaro: la mobilitazione popolare comincia a dar frutti

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Qualche schiarita per la popolazione locale compare sull’orizzonte del contestato Progetto di realizzare un mega impianto di agrivoltaico nell’area di Cà Solaro a Favaro.

La settimana scorsa Azione aveva per prima denunciato i ritardi della Città metropolitana di Venezia nell’adozione della Mappa delle aree agricole di pregio richiesta dalla legge regionale N. 17/2022, la cui individuazione consentirebbe di proteggere la quasi totalità degli insediamenti agricoli dal rischio di vedersi coperti da pannelli fotovoltaici.

Si ha ora notizia che il Sindaco Metropolitano ha avviato proprio ieri l’iter per l’approvazione del Piano delle aree agricole di pregio, inviando la Mappa predisposta dalla Città Metropolitana a tutti i 44 Sindaci locali, per le osservazioni di loro competenza da presentare entro 45 giorni, acquisite le quali il Piano potrà essere definitivamente approvato.

La valenza del Piano è testimoniata dal fatto che oltre il 95% delle superfici con valenza agricola è stato identificato dalla Città Metropolitana come area di pregio, rendendo quindi del tutto eccezionale la possibilità di installare pannelli voltaici su terreni agricoli.

E’ realistico attendersi che, nella Mappa predisposta dalla Città metropolitana, i terreni di Cà Solaro rientrino in quel 95% di superficie agricola considerata Aree di Pregio, rendendo quindi incompatibile il Progetto del mega impianto di fotovoltaico con gli atti di pianificazione territoriale.

Parallelamente, nell’ambito del procedimento di Valutazione Impatto Ambientale del Progetto di Cà Solaro presso la Regione, Azione ha messo a disposizione del locale Comitato il testo di un’Osservazione con la richiesta di disporre una sospensione dell’iter di valutazione, fino alla finale approvazione da parte della Città Metropolitana di Venezia degli atti di Mappatura delle aree agricole di pregio sul territorio di sua competenza.

Con la collaborazione di tre rappresentanti del Comitato Cà Solaro (Luca Pollazzon, Christian Sartori ed Elettra Vivian) e di due dirigenti  di Azione (Leda Costantini e Fosca Moro) sono state raccolte ieri in poche ore circa 200 firme di residenti locali a sostegno della richiesta di sospensione dell’iter.

Oggi stesso l’Osservazione, munita di tutte le firme raccolte, è stata inviata con PEC alla Regione. ( allego la comunicazione inviata )

Sta quindi già dando i primi frutti la mobilitazione mirata della popolazione locale, che non si è limitata ad una sterile protesta ideologica ma, con il supporto tecnico-organizzativo di Azione, si è concretizzata in un efficace pungolo mirato alle Istituzioni competenti per l’adozione degli atti di loro competenza.

 

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Cristian Zara – Segretario Area Metropolitana

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28 agosto 2024

Intervenire contro il Moto Ondoso si può. Basta volere

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2024-08-28 Corriere Regata Storica tra proteste e controlli ecco il piano

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Il 14 novembre dello scorso anno il Comune di Venezia convocava gli Stati Generali della mobilità acquea e presentava il SiSa, un sistema per la rilevazione della velocità media delle barche (basato sullo stesso principio del “tutor” in autostrada) alimentato da 56 postazioni di rilevazione sui principali canali della città, precisando però che per rendere operativo questo sistema era necessario ottenere l’omologazione del sistema. Era ed è un’ottima idea perché applicabile a tutti i natanti, senza imporre l’obbligo di dotarsi di GSP (che, come noto, ha generato un ricorso al TAR dei motoscafisti per un conflitto di attribuzione tra Comune e Città Metropolitana) e superava l’obsoleto sistema Argos, pure mai omologato. Siamo però a fine agosto 2024 e di omologazione ancora non c’è notizia. Uno stallo incomprensibile come pure quello in cui versa l’Autorità della Laguna, che ad oggi è lontanissima dall’essere operativa, essendo di fatto solo stato nominato il Presidente, arch. Roberto Rossetto. Comprendiamo dunque l’esasperazione delle associazioni remiere cittadine che si stanno mobilitando per eclatanti proteste. Ciò detto, il problema moto ondoso va a braccetto col problema del traffico acqueo e non si risolve il primo se non si interviene sul secondo e non ci nascondiamo che il traffico acqueo è dovuto al sempre maggiore bisogno di spostare merci e passeggeri, anche a causa dell’overtourism. In tal senso, i numeri resi pubblici dalle remiere sono impietosi: nel 2003 le barche erano 31650, mentre nel 2022 erano quasi raddoppiate a 60500. Proprio sulla base di questi volumi di traffico l’entrata in esercizio del SiSa è indispensabile e urgente e chiama in causa il Comune perché si faccia parte attiva per l’ottenimento dell’omologazione, dopo quasi un anno dall’annuncio. Inoltre, concordiamo con le associazioni che da anni chiedono di intervenire anche sulle tipologie di barche per la laguna, sulle carene per minimizzare l’onda prodotta, sugli scafi e anche sulla tipologia delle eliche. Nel medio termine poi i mezzi acquei che svolgono servizio pubblico o di pubblica utilità, dovranno essere equipaggiati con motorizzazione elettrica o almeno ibrida, come si sta facendo per il parco mezzi in terraferma. Ultimo ma non ultimo, obbligare i servizi taxi a dotarsi di una centrale operativa unica che, indirizzi il taxi più vicino al luogo di chiamata evitando la circolazione di barche vuote. Sono tutti temi che Azione proporrà nel suo programma per le prossime Amministrative.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Mauro Memo – Vice Segretario Venezia ed Isole

https://www.facebook.com/share/g/aT3W9uDLHT5JVpyA/?mibextid=K35XfP Venezia, 27 agosto 2024

 

partecipazione a Focus del 23/08/2024

PARTECIPAZIONE ALLA TRASMISSIONE FOCUS SU RETE VENETA  

Trasmissione focus di venerdì 23/08/2024 – tre interventi

Tutta la trasmissione

https://youtu.be/CWdnmzSruCg

Argomenti del primo intervento

1) L’incidente sul passante di mercoledì 21/8 dove sono stati scoperti 5 minori di nazionalità asiatica trasportati di nascosto su una macchina che proveniva dall’est e che evidenzia purtroppo che il nostro territorio è luogo di tratta o di passaggio del mercato di minori .

2) Il ripetersi dei femminicidi come una piaga che deve però essere estirpata con un lavoro congiunto istituzioni, scuola, associazionismo sportivo ed educazione famigliare

3) Il problema spaccio di droga, della fragilità dei giovani

4) Ius scholae e delle possibili aperture con Forza Italia.

https://youtu.be/CWdnmzSruCg?t=1646

secondo intervento

Indagine che interessa il Comune di Venezia

https://youtu.be/CWdnmzSruCg?t=4285

terzo intervento

Incidente nautico nel porto di Termini Imerese

https://youtu.be/CWdnmzSruCg?t=7734

Agrifotovoltaico nell’area di Cà Solaro a Favaro: a Venezia è mancata una pianificazione territoriale

2024-08-23 Gazzettino Parco agrifotovoltaico perchè no front
2024-08-23 Gazzettino Parco agrifotovoltaico perchè no
Si moltiplicano le reazioni negative, della popolazione e delle Associazioni di Categoria, al progetto di realizzare un mega impianto di agrifotovoltaico nell’area di Cà Solaro a Favaro, presentato da un gruppo multinazionale su terreni della Fondazione Querini Stampalia. Nel condividere appieno le fondate critiche espresse sul progetto e sui suoi pesanti impatti sul territorio, Azione ha anche ritenuto utile verificare se vi siano responsabilità della pubblica amministrazione locale nella mancata adozione di provvedimenti di sua competenza che avrebbero potuto bloccare sin dal nascere l’iter del progetto. È emerso che con la legge regionale N. 17/2022 la Regione Veneto ha dettato le Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, al fine di preservare il suolo agricolo quale risorsa limitata e non rinnovabile, incaricando le Provincie (a Venezia la Città Metropolitana) di individuare puntualmente le aree agricole di pregio e quindi non idonee all’agrifotovoltaico. In esecuzione della direttiva regionale tutte le Provincie venete hanno adottato la mappa delle aree agricole di pregio, o almeno avviato l’iter per la sua adozione, salvo la sola Città Metropolitana di Venezia che, almeno a quanto consta dal sito, non ha finora prodotto alcun documento in materia. Noi di Azione riteniamo che il suolo agricolo non debba mai essere utilizzato per il fotovoltaico, e sia in quanto tale comunque “area di pregio” e riteniamo molto saggio l’esempio il Piano adottato dalla della Provincia di Vicenza che classifica il 99,1% della superficie agricola provinciale come aree di pregio e quindi non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici. L’inerzia della Città Metropolitana di Venezia nell’adottare gli atti di pianificazione territoriale di propria competenza non può generare conseguenze che ricadono sulla popolazione e sul patrimonio agricolo. Nel valutare il Progetto di Cà Solaro la Regione Veneto dovrebbe quindi disporre almeno una sospensione del suo iter, intimando alla Città Metropolitana un termine ristretto per adottare il tanto atteso Piano delle aree agricolo di pregio. Azione non si limita ad accompagnare le legittime proteste contrarie all’installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole non idonee, ma sostiene per contro le proposte indirizzate a localizzare questi impianti in discariche e soprattutto a sfruttare le coperture esistenti di edifici industriali senza compromettere terreni agricoli. È mancata quindi finora una pianificazione territoriale in materia di impianti fotovoltaici, che per Azione costituirà invece un punto fondante del programma per le prossime elezioni amministrative.
Paolo Bonafè – Segretario Comunale
Cristian Zara – Segretario Metropolitano
23 agosto 2024

 

Un problema ormai di pubblica sicurezza

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Di degrado e criminalità in una vasta parte di Mestre si parla purtroppo da lungo tempo. Da così a lungo che si rischia l’assuefazione e, magari inconsapevolmente, relegare il tema tra le cose irredimibili, che dobbiamo tenerci. Quello che è successo al nostro malcapitato concittadino in via Fogazzaro, ha il paradossale “merito” di riproporre a tutti la profondità del problema. Perché basta metterci nei panni di Gilberto Z., che trova nelle scale del proprio condominio dei figuri che si bucano e quando li mette alla porta viene brutalmente malmenato da questi. Pensiamo al senso di insicurezza che un fatto del genere provoca, alla violazione dello spazio privato, al senso di ingiustizia e insieme di frustrazione impotente, di fronte alla tracotanza e alla sostanziale certezza di impunità degli aggressori, che ognuno di noi avrebbe provato.

 

E appunto è un problema che riguarda tutti noi, anche chi è fisicamente lontano, anche chi abita in un attico di Palazzo Manuzio o in una villetta in viale Garibaldi, o a Venezia o al Lido.. Perché una città non può permettersi di perdere una parte di essa, peraltro centralissima. Perché altrimenti viene meno il senso di comunità, l’implicito patto sociale che deve legare tutta la comunità.

 

Non è purtroppo un’assoluta novità, quanto avvenuto certifica che il problema non è più relegato alla sicurezza nello spazio pubblico ma ormai travalica anche la proprietà privata, il diritto elementare di ognuno di stare tranquillo nel suo privato. E in tal senso non è ormai più un problema decoro urbano bensì di vera e propria pubblica sicurezza. Questo chiama in causa, molto più del Comune, il Prefetto e le forze di polizia. Urge un presidio costante delle Forze dell’Ordine da mantenere a lungo perché cambi il clima percepito. Forse non è più un tabù parlare di un luogo dedicato, ovvero una “stanza del consumo”. Certamente serve un rafforzamento dei servizi sociali dedicati,intensificare la presenza di operatori di strada e promuovere i servizi di riduzione del danno . Chiediamo poi che l’amministrazione si faccia portavoce presso l’Azienda AULSS per il potenziamento degli interventi dei SERD ( servizi per le dipendenze).

È una battaglia di giustizia, di civiltà che segnerà il futuro prossimo venturo della città tutta. Non possiamo perderla.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Gennaro Marotta – Vicesegretario con delega alla Terraferma

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17 agosto 2024

Solidarietà alla locale comunità bengalese per gli eventi nella madrepatria

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Travolta dai venti di guerra che da troppo tempo soffiano sempre più forte in Palestina ed in Ucraina, l’opinione pubblica non presta la dovuta attenzione ai cambiamenti epocali che proprio in questi giorni sta vivendo il Bangladesh, uno dei Paesi con maggior crescita demografica al mondo. Basti pensare che cinquant’anni fa aveva una popolazione appena superiore a quella italiana ed ora la ha quasi triplicata, arrivando a circa 170 milioni.

Le sanguinose rivolte di piazza trainate dai movimenti studenteschi hanno costretto la anziana premier a dimettersi e si sta profilando la formazione di un nuovo governo alla cui guida potrebbe essere chiamato un nome di fama internazionale come il Premio Nobel Muhammad Yunus, considerato il massimo promotore del microcredito moderno.

Data la scarsa conoscenza della realtà locale non possiamo esprimere un giudizio approfondito su quanto sta accadendo in Bangladesh, ma registriamo con interesse e solidarietà le manifestazioni espresse dalla locale comunità bengalese in favore di una svolta in senso democratico nella loro madrepatria.

E’ anche l’occasione per ricordare come la popolazione di nazionalità bengalese residente in Comune di Venezia si sia più che raddoppiata nel corso degli ultimi quindici anni, superando ampiamente le 8.000 unità, arrivando ad essere la prima comunità straniera, coprendo oltre il 20% del numero totale dei residenti non italiani.

E mentre negli ultimi 5 anni il numero complessivo di stranieri è rimasto pressochè invariato con un incremento inferiore al 10%, in questo periodo la comunità bengalese residente è aumetata ad un ritmo ancora sostenuto pari al 26%.

L’accoglienza verso famiglie di ogni etnia costituisce uno dei punti fermi del Programma che Azione ha predisposto in questi giorni per le prossime elezioni comunali, preferendo impegnarsi nella stesura di un piano articolato di proposte concrete a beneficio della città piuttosto che nell’organizzare manifestazioni di protesta senza offrire una visione alternativa della città.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Paolo Diprima – Delegato al Programma ed agli Enti partecipati

Gli inevitabili dilemmi della transizione ecologica

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La querelle sulla prossima realizzazione di un campo “agrivoltaico” in zona Bazzera è il perfetto paradigma delle difficoltà, delle contraddizioni intrinseche nella difficile strada di perseguire la conversione ecologica.

 

Il progetto prevede una potenza installata di 16 MW a fronte dell’occupazione di 18 ettari. Un’occupazione di suolo molto invasiva, con strutture certo non belle a vedersi e sarà almeno da monitorare con attenzione che il promesso utilizzo per coltivazione agricola (da qui il termine “agrivoltaico”) del terreno sottostante i pannelli sia effettivo e non una foglia di fico per rendere più accettabile il progetto. Insomma, le rimostranze degli abitanti della zona sono più che comprensibili. Anche tenuto conto che l’opera trascina anche l’ulteriore onere territoriale della costruenda nuova cabina primaria dell’Enel (ovvero un impianto di trasformazione da alta a media tensione) a Cà Solaro, con tutta evidenza funzionale ad accogliere in rete l’energia prodotta dal nuovo impianto.

 

Certo, 16 MW di potenza pulita, priva di emissioni, sono “tanta roba”. Ma “tanta roba” sono anche 18 ha, ovvero 180.000 mq che vengono occupati da antiestetici pannelli. Per avere un’idea comparativa, la centrale di Fusina occupa 45 ha ma a pieno regime produce 1000 MW. Ovvero il rapporto tra potenza installata e occupazione di suolo è più di 20 volte a favore dell’inquinante termoelettrico.

 

Lo tengano presente le vestali delle rinnovabili come unica soluzione per affrontare la transizione ecologica. Parlare di fotovoltaico come panacea e ignorare l’impatto sull’occupazione di suolo è concettualmente un errore, come stanno toccando con mano i cittadini di Cà Solaro. Per questo Azione da sempre è a favore del ricorso al nucleare, che unisce i pregi della ridotta occupazione di suolo e insieme dell’assenza di qualsivoglia emissione di gas

 

 

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Luca Cotecchia – Delegato Attività Produttive, Ambiente e Green Economy

 

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7 agosto 2024

La vita può essere capita sollo all'indietro ma va vissuta in avanti (Soren Kierkegaard)